Come un mosaico

Dimmi cosa pensi di te.

Se qualcuno ti facesse questa domanda cosa gli risponderesti?

Qual è la cosa che noti di più di te, e cosa noti di più negli altri?

Cosa consideri la tua profonda identità e caratteristica?

Quando cerchiamo di conoscere noi stessi, quando cerchiamo di capire meglio chi siamo e qual è la nostra caratteristica più originale e unica, può succedere che  ci consideriamo e ci sentiamo persone migliori di tante persone, ci consideriamo più sensibili, più intelligenti e bravi, tipo cavalieri senza macchia o senza paura, oppure può succedere che ci consideriamo o ci sentiamo troppo pieni di difetti, limiti, fragilità, e in entrambe le possibilità noi ci incastriamo in un autoinganno: ci convinciamo che noi siamo quello, che noi siamo quella caratteristica e qualità o quel difetto e incapacità, e spesso usiamo questo tipo di giudizio anche verso gli altri e le loro caratteristiche: vi sarà forse  capitato a volte di dire o pensare “Lui/lei è così e solo così, è soprattutto quella qualità o quel difetto e difficoltà o quello sbaglio e atteggiamento, non vale la pena interagirci”: quanto è facile a quel punto far del male a noi stessi (e agli altri), convinti che per essere persone che possono essere amate, o interessanti per gli altri, dobbiamo essere diversi, molto diversi da quelle nostre caratteristiche, sbagli, difficoltà, e quanto a volte vorremmo essere diversi da come siamo e vorremmo, per sentirci degni di amore, e quanto a volte vorremmo solo saper fare ciò che ancora non riusciamo a fare, e ci convinciamo che gli altri invece si che sono amati, interessanti, utili perché hanno, o meglio “sono” solo  quella caratteristica, quel “successo”, quell’atteggiamento e quella capacità che noi non riusciamo ad avere e mostrare così tanto.

E ci arrabbiamo o ci scoraggiamo e rifiutiamo ogni nostra caratteristica che potrebbe essere spiacevole, anche per gli altri, ogni sbaglio, difficoltà, ogni difetto o fragilità che consideriamo come una macchia nera su un bel disegno, noi stessi,  che voleva essere bellissimo, perfetto e capace di attirare gli sguardi, l’amore e l’interesse degli altri nei nostri confronti.

Eppure…..noi siamo come un mosaico, composto da tante, tantissime tesserine che da sole sembrano a volte  essere poco utili, o incomprensibili, o inutili o brutte o senza un senso, ma che se si collegano alle altre tesserine, a tutti gli altri aspetti di noi, possono collaborare tra loro e ricomporre ogni volta un bellissimo mosaico, il mosaico che è già dentro di noi e che noi spesso non vediamo o rifiutiamo perché diverso da quello che volevamo o che consideravamo utile e interessante.

L’immagine del mosaico può aiutarci a ricordare sempre che c’è tanta bellezza e armonia  anche in noi, non solo negli altri, e quella bellezza e luce e unicità non nasce o non dipende esclusivamente da una sola tesserina di un solo colore, di un solo aspetto, di una sola caratteristica: non siamo mai solo  la “tesserina” del nostro dolore, o di un nostro carattere che per esempio si arrabbia facilmente, o si addolora facilmente per ogni sfumatura, o di una nostra qualità e bravura, non è una unica tesserina, un unico aspetto di noi  la nostra totale identità e caratteristica, ma noi abbiamo nel cuore, come ogni persona, un “misto”, un misto che a volte si rifiuta di comporre qualcosa di armonioso, e succede quando noi condanniamo noi stessi o alcuni nostri aspetti identificandoci con quello sbaglio, con quella rabbia, con quel dolore o limite, ma quando noi impariamo e scegliamo di guardare e accettare come coinquilini del nostro cuore tutti gli aspetti di noi, punti deboli e forti, tutte le nostre caratteristiche, anche quelle che ci sembrano solo irrimediabilmente spinose e poco amabili, e quando scegliamo di prendere in mano ogni tesserina e aiutarla a collaborare con gli altri aspetti di noi, a quel punto possiamo…far pace con noi stessi e costruire davvero.

Come possiamo costruire? Come ridare luce al mosaico che noi abbiamo nel cuore e a quello degli altri? con un atteggiamento e una scelta, da ridecidere ogni momento, ogni volta: amando.

Amando vuol dire tante cose: scegliere di capire e ascoltare invece di escludere e giudicare, vuol dire  scegliere di cercare l’altro anche quando non ci cerca per primo e andare verso l’altro anche quando non ci sentiamo capiti, e aiutarlo con empatia a capirci e a capirlo davvero, interessandoci davvero all’altro, a come è, a come sta, a come si sente nell’interagire con noi, di cosa ha bisogno, per esempio.

A quel punto, e soprattutto mentre amiamo,  pian piano possiamo imparare  a guardare e accettare  noi stessi come creature con tanti aspetti, che come tutti gli altri esseri umani hanno gioia e dolore, difetti e capacità, e che ogni aspetto può essere usato per amare, per costruire, se rinunciamo a renderlo unica nostra caratteristica e l’unica definizione di noi.

E pensate che bello imparare a guardare in un modo diverso anche i tantissimi aspetti che gli altri hanno, che ogni persona ha, senza incasellarli in una sola caratteristica e pronti e disponibili a riconoscerli e accoglierli e aiutarli in ogni loro aspetto, come vogliamo che loro facciano verso di noi.

E….più scegliamo di metterci ad amare, pensando, guardando gli altri e interagendo con loro come preziosi mosaici, e lo sono davvero, più mentre amiamo, indirettamente impariamo a  riconoscere e accettare anche la luce e l’armonia del nostro personale…mosaico.  Un mosaico prezioso e bello così com’è.

 

 

 

 

 

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