Da quale prospettiva

 

Immagina di guardare un film  con una persona che è seduta accanto a te. Da cosa pensi rimarrà colpita quella persona di quel film?  Da ciò che colpisce te? Oppure? E cosa pensi e come ti senti quando ti accorgi che l’altro non sta rimanendo colpito da ciò per cui rimani colpito tu, ma guarda quello stesso film con un altro atteggiamento, altri pensieri, e punta l’attenzione su aspetti e dettagli  che a te invece non interessano?

Ecco, questa diversità di prospettiva e attenzione di solito gli altri la hanno praticamente quasi sempre o sempre rispetto alla tua personale prospettiva, e su quasi tutto. Non basta usare le stesse parole e frasi, non basta avere le stesse abitudini, non basta essere parenti, non basta avere regole e atteggiamenti simili, non basta trovarsi nello stesso luogo e ambiente per avere una stessa prospettiva, per essere simili e vicini davvero, perché comunque gli altri sono unici, perché comunque l’altra persona, avrà e ha ogni volta la sua personale prospettiva dalla quale guarda, dalla quale e per la quale rimane colpito, riflette, decide, gioisce  o soffre spesso su aspetti diversi, e considera importanti spesso aspetti diversi da quelli  a cui dai importanza tu. E lo stesso vale per te.

In teoria lo sai già, in teoria lo sa ognuno di noi che la propria prospettiva non è mai uguale a quella degli altri.

Ma in pratica, quando siamo molto presi da ciò che è importante per noi (un punto di vista, una idea, una decisione, un valore, una abitudine, una sensibilità diversa su cose diverse) ecco che a volte o spesso ci arrabbiamo, siamo delusi, e a volte interpretiamo e giudichiamo l’altro come insensibile a noi, alla nostra vita, o egoista, solo perché sceglie e ha una prospettiva diversa dalla nostra.

Da quale prospettiva tu guardi gli altri, o quella determinata persona? Dalla prospettiva dei tuoi desideri e obiettivi? Dalla prospettiva delle tue paure o dispiaceri? Dalla prospettiva delle tue aspettative su quella persona? Oppure? Su cosa punti l’attenzione quando pensi a qualcuno e ripensi ai suoi atteggiamenti nei tuoi confronti?

Ciò su cui punti la tua attenzione diventa per te la “verità”, e spesso la eleggi a “unica verità” sull’altro, sulle sue intenzioni, sulla situazione. Quante volte siamo convinti che l’altro abbia la stessa sensibilità attenzione a ciò che notiamo noi, a ciò che per noi è importante, importantissimo, fondamentale, e quante volte decidiamo che se l’altro dà importanza e attenzione ad altre cose e dettagli, allora significa per noi che sta solo sbagliando, e che quello che dice e pensa non ha niente di utile e intelligente o niente di interessante per noi? La prospettiva diversa che ha l’altro, il suo guardare, pensare, scegliere e puntare attenzione su altro da ciò che per noi è importante, bello e utile, spesso la rendiamo il “segno” che l’altro è indifferente, egoista, che l’altro non ci tiene davvero a noi, altrimenti vedrebbe le cose, le persone e le situazioni dal nostro punto di vista, che siccome è il  nostro punto di vista lo consideriamo l’unica prospettiva, l’unica cosa giusta da fare, l’unica verità.

Che ne dici caro lettore di aprirti invece anche alla prospettiva diversa che ha l’altro?

No, non scegliere la tentazione di credere che se accogli e ti interessi anche alla prospettiva diversa che ha l’altro su quasi tutto allora dovrai annullare te stesso,  non rendere idolo e verità la tua paura che se valorizzi e dai attenzione alla prospettiva diversa che ha l’altro allora tu scomparirai, e che ” o ci sono io, o c’è l’altro”, come se fosse una lotta di potere, come se fosse vera e unica verità il concetto di “o….o”, e cioè “o io, o l’altro”, ma accetta di scoprire che c’è anche il “e…e”, e cioè “io e l’altro”: e che ognuno ha un pezzetto di verità, di bellezza, di utilità e novità.

E’ vero, può sembrare solo più faticoso andare alla scoperta della prospettiva dell’altro quando questa diversità porta a soluzioni diverse dalle tue, quando porta a tempi, abitudini, scelte e desideri diversi, obiettivi e modalità diverse, e questo può a volte farti soffrire, eppure….solo dando attenzione anche alla prospettiva da cui l’altro pensa, guarda, solo cercando davvero di “entrare” con empatia  e rispetto anche nella prospettiva e punto di vista dell’altro, solo così puoi insieme all’altro, e intanto sicuramente tu, costruire strade nuove, ponti nuovi con l’altro e verso l’altro, soluzioni nuove, che rispettano l’altro e anche te stesso.

Dai attenzione, interessati davvero anche alla prospettiva dell’altro, alla prospettiva da cui vede, parte, pensa, decide e sceglie l’altro, non per scomparire tu, non per annullare del tutto la tua prospettiva, ma per mettere amore, per costruire, per rendere le prospettive diverse occasioni e possibilità di un modo diverso di comunicare, capirsi, accogliersi, collaborare.

Ogni volta che ti interessi alla prospettiva dell’altro, anche se non te ne accorgi, dai più valore anche alla tua prospettiva, perché la rendi di più occasione per capire, amare, e farti conoscere e conoscere. Quante volte ti chiedi e chiedi all’altro con empatia da quale prospettiva pensa, guarda dice e fa ciò che pensa, guarda, dice e fa?

Rinuncia alla tua certezza di sapere già sicuramente perché l’altro dice, pensa e fa in un certo modo, rinuncia alla tristezza e amarezza che dà il rifiuto di riconoscere davvero l’altro e di conoscere davvero la sua prospettiva. Tu stesso per esempio cambi prospettiva a volte più di una volta, per esempio se stai soffrendo o sei scoraggiato o hai paura, la tua prospettiva, ciò su cui punti l’attenzione su te stesso, sull’altro e su una situazione sarà diversa dalla prospettiva che scegli e hai e dalla quale guardi quando invece sei in pace con te stesso o con gli altri. Conoscere, interessarsi, non dare per scontato di sapere qual è la prospettiva dell’altro, da quale punto guarda e comunica, può aiutare tantissimo te stesso e l’altro e la vostra interazione.

Caro lettore, la sensibilità diversa degli altri, le loro scelte e desideri diversi, l’attenzione che spesso mettono a cose diverse da ciò su cui metteresti tu la tua attenzione, non sono  affronti a te, spesso non è indifferenza o rifiuto nei tuoi confronti, ma spesso, spessissimo l’altro, come te, come me, come ognuno di noi, è talmente preso dalla sua personale prospettiva, che impiega tempo e attenzione in modi diversi da come faresti e fai tu, e fa scelte diverse dalle tue.

Anche l’altro, quando guarda te, ha bisogno di riconoscerti davvero, ha bisogno, con il tuo prezioso aiuto, di comprendere te davvero, e comprendere la tua personale prospettiva…

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