Fai pace con la tua tristezza
… A volte il tuo cuore, e il cuore di ognuno di noi, è “circondato” da una “cappa”, la “cappa” della tristezza, e con tristezza intendo non solo l’essere tristi, ma tutto quell’insieme di sentimenti, pensieri, stati d’animo, tra cui malinconie, rimpianti, nostalgie, scoraggiamenti, che sembrano fare squadra per abbattere la tua serenità, e per farti credere che “ormai” non puoi migliorare niente, non puoi fare granché per stare meglio e ricominciare.
Caro lettore, non sei solo, neanche in quei momenti e periodi, e la tristezza che senti a volte non è l’unica realtà nella tua vita, anche se in certi momenti sembra la più forte: tutti a volte sperimentiamo questo tipo di “misto” di tristezza, malinconia, scoraggiamento, impotenza.
A volte forse non sai bene da dove è iniziato questo tuo stano d’animo, questo sentirti triste: quando vivi questo tipo di stato d’animo, cosa fai di solito? Cerchi di distrarti? Ti arrabbi per coprire la tristezza che senti e così cercare di evitare di sentire quel dolore? A volte forse pensi che essere tristi sia “per forza” sinonimo di debolezza, impotenza, scoraggiamento. A volte forse hai creduto e credi che solo quel tuo stato d’animo sia la verità più vera, ma è davvero così? Quali sono i tuoi principali motivi di tristezza? Un senso di colpa per qualcosa? un dispiacere e dolore per una situazione che non cambia, o una persona che non cambia? Quali “guerre” fai in quei momenti? Combatti contro qualcuno o qualcosa, convinto che siano loro i responsabili e i motivi della tua tristezza e scoraggiamento? O combatti contro te stesso, autoboicottandoti e convincendoti che non puoi essere sereno di fondo?
Una tentazione che abbiamo tutti a volte, e forse capita anche a te, è di credere che non possiamo assolutamente tollerare la tristezza, che se succede a noi di sentirci cosi è inaccettabile, tremendo, anche perché siamo talmente protesi a cercare di essere sempre felici che accorgerci di essere tristi, e a volte molto tristi, sembra qualcosa che non potremo affrontare e che è lì solo per schiacciarci, per annullarci…ma è davvero così?
a volte può succedere che se dai attenzione solo ai tuoi pensieri tristi, pian piano inizi, quasi senza accorgertene, a “colorare” anche il resto delle situazioni, della tua giornata, del tuo cuore e dei tuoi atteggiamenti, di tristezza, come se l’unica cosa da fare fosse secondo te essere “coerente” con la tua tristezza, e inizi a comportarti, parlare, agire, come se tu fossi “solo” tristezza, cerchi di difenderti da qualunque occasione che possa ricordarti e aiutarti a vedere che puoi anche stare meglio: sembra assurdo ma a volte quando si è tristi, molto tristi, si cercano conferme al fatto che… la tristezza è la cosa più forte, e più vera…
E se invece provassi a giocare a nascondino con la tua tristezza? Prova cioè a fermarti e a chiederti cosa c’è davvero dietro quella tua tristezza, perché spesso insieme e contemporaneamente al dolore che senti nel cuore per una situazione obiettivamente dolorosa, possono esserci per esempio anche il desiderio di non dover fare più la tua parte per rasserenarti, come se preferissi che qualcosa, qualcuno, la vita, cambiassero il tuo stato d’animo al posto tuo, anche come segno che si interessano davvero a te, e che ti hanno a cuore.
Caro lettore, in certi giorni e in certi momenti, in certe situazioni, anche interiori, sembra davvero che non si possa fare niente, ma in realtà tu qualcosa puoi sempre farla, anche piccola, anche solo cambiare un tuo atteggiamento interiore, ma puoi farla: forse per accorgertene può essere importante che tu smetti di credere che potrai rasserenarti solo se qualcuno ti aiuterà e ti darà serenità, (anche se comunque chiedere aiuto può essere importante), forse puoi guardare in te quella parte di richiesta di attenzione e accudimento emotivo che senti e vorresti come unica secondo te possibilità per essere sereno, e che a volte non ti permettono di scoprire e sperimentare che prima degli altri la prima persona che può aiutarti… sei tu. Si, proprio tu, anche “mentre” senti tristezza. Molte volte tutti siamo tentati infatti di credere che ciò che sentiamo sia un ostacolo insormontabile per agire comunque con amore e speranza, per poter collaborare a qualcosa di buono, per poter fare la nostra parte: e invece una scoperta bella, che si può fare e rifare ogni volta, è che è possibile far pace con la propria tristezza, che non vuol dire che sempre la tristezza automaticamente se ne andrà dal nostro cuore, ma che anche “durante” la nostra tristezza possiamo continuare a scegliere di costruire, di ricominciare, di interessarci agli altri e a come stanno, di fare qualcosa, anche di piccolo e molto concreto, che possa portare un bene nella nostra vita o in quella degli altri. Toppe volte caro lettore, aspettiamo tutti il segno, l’evento speciale, l’occasione e l’aiuto che finalmente ci toglieranno la nostra tristezza di quel momento e periodo, e continuiamo a fare in realtà “guerra” alla tristezza, ma più combattiamo la tristezza più a volte la nostra tristezza aumenta, e ci sembra di non poter fare altro, ci sembra di non avere più risorse interiori o capacità o possibilità di amare, e vorremmo solo che qualcosa e qualcuno cambiasse come ci sentiamo.
Che vuol dire fare pace con la tua tristezza? Vuol dire secondo te far finta che non ci sia e far finta di essere sereni? No, non intendo questo. Vuol dire secondo te identificarti “solo” con la tristezza che senti, e far credere agli altri che tu sei in quel momento “solo” la tua tristezza, e che nel frattempo non puoi fare altro, non puoi collaborare, amare, ascoltare, aiutare, dialogare? No, non intendo neanche questo. Far pace con la propria tristezza secondo me è accettare che anche noi, ognuno di noi, a volte può sentirsi triste, può sentirsi anche molto triste, e non per questo si diventa poco utili, poco importanti, troppo deboli, o giustificati a chiudersi in egoismo o rabbia o atteggiamento distruttivo.
Far pace con la propria tristezza è anche secondo me accettare che anche nel tuo cuore, nel mio cuore, nel cuore di ognuno di noi a volte può esserci tristezza, una tristezza che sembra avere il potere su tutto il nostro cuore, una tristezza che sembra che sia un motivo valido per trattare male se stessi, gli altri, per smettere di amare o di provare a costruire, ma dimentichiamo cosi che nello stesso tempo rimangono, anche se a volte sopiti, tutti i talenti che sono in noi, tutte le nostre caratteristiche con le quali ognuno di noi è unico speciale, e che sono alcuni dei tanti doni che abbiamo in noi per amare noi stessi e gli altri, per poterlo fare davvero. Ma come attingere anche alle tue risorse nel momento della tristezza, del cuore che vorrebbe solo chiudersi, smettere di amare, di interessarsi agli altri, di ricominciare anche da azioni piccole piccole, concrete, che sembrano poco importanti, che sembrano quasi banali?
La Fonte è sempre l’Amore, che non dipende solo dai tuoi sforzi, anche perché in alcuni momenti potresti non sentire neanche la voglia di sforzarti, e potresti perdere motivazioni solide per ricominciare, per provare a continuare a fare la tua parte quando ti senti molto triste: la Fonte è Dio, Colui che è Amore, Colui che ti ama immensamente, e che sa raggiungerti anche quando credi più alla tua tristezza che in te stesso e in Lui. Dio è Amore, Lui ti ama anche quando ti senti giustificato a trattare male perché sei triste, Lui ti ama e ti ha a Cuore anche quando vorresti non fare mai la tua parte, anche quando sei tanto arrabbiato, anche quando non credi in Lui e anzi ti sembra che Lui pretenda troppo da te e che non ti aiuti; e tutte le volte che decidi di amare, te ne puoi accorgere meglio e più facilmente in qualche modo, puoi accorgerti anche che puoi amare anche “mentre” sei triste.
Puoi far pace con la tua tristezza, con questa “coinquilina” un po’ pesante nel tuo cuore che a volte sembra un po’ troppo ingombrante e fastidiosa, e sembra impedirti la tua libertà interiore, ma… puoi sempre prendere la tua tristezza tra le tue mani e donarla a Lui, a Dio , puoi sempre, anche ora, in questo esatto momento e punto della tua vita, accettare di donarla a Lui e chiederGli di usarla per amare, per farle perdere quel potere distruttivo che a volte ti fa sentire schiacciato, impotente, solo arrabbiato o spaventato. La tristezza, se la prendi in mano e la affidi a Dio, e la riaffidi a Dio, anche come preghiera (che arriva, arriva misteriosamente ma realmente come aiuto agli altri, perché resa strumento per amare, arriva anche a persone che non conosci ma che tramite la preghiera vengono “raggiunte” dal tuo usare anche la tristezza per affidarla a Dio) per chi soffre e a sua volta è triste, può essere occasione per imparare ad amare di più, e con tutto di te stesso, se ci fai pace e se decidi di non renderla la tua padrona, ma una “coinquilina” che convive a volte nel tuo cuore insieme a tutto ciò che sei e che hai, perché sei sempre tu, sempre speciale, anche quando ti vedi solo triste, impotente, brutto, poco capace o poco utile, solo egoista o appesantito dal tuo scoraggiamento.
Fai pace con la tua tristezza, non agganciare il tuo cuore solo a lei, aggancia e riaggancia ogni volta il tuo cuore a Dio, al Suo Amore, aggancia il tuo cuore al continuare ad amare, guarda intorno a te, interessati agli altri, anche alle loro sofferenze, prova a cercare di dare sollievo e consolazione a chi sta soffrendo ed è triste, prova a mettere il tuo cuore nel Cuore di Dio, chiedendoGli aiuto, prova a ricominciare a piccoli, piccolissimi passi…puoi farlo.
Ricomincia anche quando ti sembra di sentire nel tuo cuore solo tristezza, ricomincia, ama. Puoi sempre ricominciare a coltivare una certa serenità e pace del cuore, quella Pace che Dio sa donarti anche in mezzo alle tempeste del cuore…