Gioia da esprimere, porto sicuro il tuo Cuore

Madre della Gioia. Maria Tu esprimi con gioia…la gioia! La tua gioia non è un sentimento che chiudi a chiave nel tuo cuore nell’attesa di poterla donare a persone “meritevoli”, che non ti abbiano mai ferito.  Tu gioisci. Tu ti apri per esprimere. Credi di più alla Potenza di Dio che ai timori, che al timore di non venir capita o di essere giudicata esagerata o ingenua. Certe volte arriviamo tutti a sottolineare un nostro  atteggiamento di autocompatimento, di “mancanza” di qualcosa per essere più visti e aiutati, ma così noi per primi chiudiamo gli occhi del cuore alla luce dell’Amore che Dio ci dona. Voglio rileggere la mia storia, Maria, anche in quei periodi di forte dolore o solitudine, e provare con tutta me stessa a cogliere la presenza di Dio, la Sua azione. Sicuramente mi sono scordata tante cose che Lui ha fatto per me, e altre le do’ per scontate, come se fosse “dovuto e ovvio” che io riceva determinate cose, compresa la possibilità di vivere. Guardando te, Maria, capisco che essere gioiosi, avere e donare la gioia non è una presa in giro o una mancanza di rispetto per coloro che stanno male, hanno meno di me, si sentono disperati. Anzi, anche la gioia è un talento da non sotterrare e da usare ogni giorno. E’ un dono grande che posso sempre fare all’altro, agli altri, e anche a me stessa.

Che gioia aiutare gli altri a vivere la loro gioia, a tirarla fuori, a credere che è possibile, anche nella loro vita! Perché Dio li ama davvero!

E’ uno dei modi per essere  accoglienti, attenti , pronti ad amare e aiutare anche molto concretamente. La gioia che vivi tu è una gioia solida, non è l’esaltazione momentanea, l’emotività  che scoppia, ma è una gioia solida, fondata sulla roccia che è il Signore.

Essere felice, è anche questa una mia testimonianza.

Io posso essere felice, e “devo” essere felice, ho motivi per esserlo, perché sono intensamente e profondamente amata da Dio, anche se apparentemente  a volte vedo solo il peso e il dolore di una situazione. La gioia che tu scegli, Maria, non è l’emozione che un giorno sento più forte e il giorno dopo, per una fatica o sofferenza, diminuisce o scompare, sembra non essere mai esistita. Tu scegli la gioia vera, quella indistruttibile, di fondo, che è vera perché si basa sul riconoscimento, sulla fiducia, e sul ringraziamento per tutto quello che ha fatto e fa Dio per te e per gli altri. Non è accecante o da stupidi gioire per tutto questo.  Io parto spesso dal “chiedere” a Dio qualcosa.  Intuisco che è giusto chiedere, Gesù stesso ci dice di chiedere, con fiducia, al Padre nostro,  ma che non è l’unica preghiera e cosa da poter dire a Dio.  Anzi, comincio a capire, guardando la forza del tuo ringraziamento e la tua fiduciosa lode che diventa gioia, Maria, che posso, se voglio e ci credo, iniziare già da subito, da ora, a ringraziare e lodare Dio. E non devo fermarmi o chiudermi anche nel momento del dolore, del dubbio, della solitudine o della tristezza. Posso imparare a ringraziare Dio decidendolo, qualsiasi stato d’animo o pensiero io abbia. E mi accorgerò che il ringraziamento, anche quando non capisco e mi verrebbe da fare il contrario, è un atteggiamento di fondo molto più vero di quello che penso, e mi aiuta a credere che Dio continuerà a volermi bene, continuerà ad aiutarmi, volermi, essermi vicino, a usare la Sua potenza.

E’ quando cerco la lode verso di me,  quando voglio esaltare me e non Lui, che allora mi imprigiono nell’ansia di essere perfetta, di far vedere agli altri solo le parti migliori di me, di fingere per mantenere questa immagine di me con gli altri,  e che allora mi scoraggio facilmente, evito di amare perché potrei non essere più apprezzata se faccio vedere anche i miei limiti ed errori, perché potrei  soffrire e voglio prima conoscere tutte le possibili conseguenze di un atto di amore gratuito da parte mia verso gli altri. E’ quando cerco e pretendo che gli altri siano perfetti, senza errori,   debolezze o egoismi che inizio a non amarli per come loro sono, perché cerco in loro la gioia totale che mai nessun essere umano potrà colmare nel mio cuore interamente, perché solo Dio può farlo.

Mi fa riflettere anche il tuo entusiasmo nel gioire ed essere molto contenta anche per le cose belle che Dio ha fatto e fa nella vita delle altre persone, come quando esulti  perché “ha innalzato gli umili”…Anche qui testimoni una grande maturità, una capacità di amare te stessa, rimanere nella serenità di fondo anche quando vedi la gioia negli altri, l’Amore di Dio negli altri. Devo ammettere che invece per me non è sempre così: quando per esempio sono un po’ giù, ho poca fiducia e speranza in me stessa, quando ho appena vissuto un “fallimento” o “insuccesso”, quando vedo in me difetti e limiti ed egoismi che non vorrei vedere e avere, allora se ho davanti la felicità e  il successo di un’altra persona, magari proprio nel campo dove io non riesco, allora…devo ammettere  con umiltà che non riesco tanto a essere sempre felice per lei,  non riesco subito a gioire con lei, ma anzi, ho la tentazione di sminuirla, dicendomi e dicendo agli altri che quella persona in realtà non è poi così brava, che ha comunque quel difetto, che ha brutte intenzioni, ecc. , e come una bambina arrabbiata e  in fondo spaventata, non mi accorgo neanche del tutto che quella umana invidia che sento, la uso per incolpare l’altro,  per chiudermi, o metterlo in cattiva luce, perché mi sembra di soffrire troppo se accetto con tutto il cuore che anche quella persona può essere brava, anche più di me, che ha talenti e qualità bellissime, che è speciale anche lei, e alla quale possono affezionarsi anche persone a cui tengo già io e che hanno affetto e amicizia anche verso di me. “Casco” in quel caso nella trappola emotiva del pensare che o ci sono io, o c’è l’altra persona. O le persone apprezzano me e mi considerano speciale e unica, l’unica con determinate qualità, oppure se anche un’altra persona ha qualità simili, io mi devo “ritirare”, chiudere, rinunciare a donare me stessa, perché temo di non essere più utile, temo che o sono “tutto” per le persone, oppure devo sentirmi inferiore, un “niente”. A volte non accetto di ricapire, (quando mi concentro su una mia sofferenza) nonostante lo abbia gia’ capito e sperimentato,  che ogni persona è bella, ha una sua unicità, ha cose belle da donare, ha diritto a essere apprezzata, e che non toglie niente a me, perché anche io sono unica, la mia bellezza, la mia felicità, le mie capacità, la mia utilità non dipendono assolutamente dall’esistenza o meno di altre persone piacevoli, interessanti, brave, simpatiche. Maria, insegnami a usare il mio cuore per amare sempre meglio, sempre più gratuitamente. Insegnami e ricordami con tutta la tua costante pazienza nei miei confronti che ho più gioia se gioisco con l’altro, se, anche davanti a un mio limite o problema, o difficoltà, o sbaglio, ricordo che io sono comunque io, unica, speciale, così come sono. E anzi, se mi “lascio andare” nella gioia dell’altro, in realtà tiro fuori anche di più me stessa, perché ricomincio a  usare i miei talenti, esco dal mio egocentrismo, e anche se in quel momento ho un dolore, un motivo secondo me troppo forte per non pensarci e per  guardare all’altro con amore, aiutami a credere, come hai fatto tu, che si può lodare Dio, si può esultare di gioia anche per il bene che Dio compie per l’altro, anche se a me sembra che  Lui non l’abbia ancora fatto in un modo così bello e grande  anche a me….certo, umanamente non si riesce sempre a sentirsi gioiosi, felici, però la gioia di fondo la posso coltivare e restarle fedele, anche quando soffro o sono triste, perché non è una gioia solo emotiva, ma una fiducia di fondo che Dio ama anche me, di un amore “stratosferico”, grandissimo, e che quindi non ho niente da temere; Lui mi vuole intensamente, e sempre, in qualunque stato d’animo io mi trovi, in qualunque confusione, smarrimento, solitudine, “insuccesso” io mi trovi. Tu Maria mi fai vedere quanto dev’essere grande e potente l’Amore di Dio, quanto sa salvare la vita, anche la mia, quanto è disposto in realtà a soccorrermi, donarmi la Sua Misericordia, a mantenere le Sue promesse, a ricolmarmi di bene e di beni, a occuparsi profondamente di me.

Maria, allora tu mi capisci nella mia voglia di essere felice.

Allora non sei una tipa triste, cupa, dolorante.

Allora puoi capire la mia voglia di vitalità, di pienezza di vita, di gioia ed entusiasmo.

Tu conosci e hai sperimentato fortemente l’Amore del  Signore, la sua potenza e la Sua cura, la Sua costante  attenzione.  Tu si che puoi incoraggiarmi a tirare fuori la mia gioia. Tu credi e sai quanto è buono Dio, quanto è in realtà  presente e vicino a me. Tu hai uno sguardo pieno di luce, di gioia, e puoi aiutarmi a capire quanto è bello ringraziare Dio, quanto fa per me Dio ogni giorno. Tu non mi vuoi invitare ad essere triste, compunta, pesante, cupa per profonde riflessioni che spesso sono un rimuginare pur di non agire, pur di non aprirsi, per sentirmi brava almeno nel parlare.

Mi indichi il Signore, mi inviti con tutta te stessa e con tutto il tuo amore a guardare al Signore, a fissare i miei occhi del cuore su di Lui. Tu sei la Mamma che sa quanto è buono il Padre , che crede nella speranza, nella fede, che mi vuole aiutare. Proteggimi dalla “forza” delle  mie tristezze, dai miei rimuginamenti, dalle mie lamentele sterili, che mi fanno solo bloccare e stare peggio:  tu affidi a Dio il mio cuore, sei un “Porto sicuro” che protegge dall’uso cattivo e doloroso che posso fare delle mie tristezze: sai aiutarmi a donarle a Gesù, perché le possa trasformare in “gioghi leggeri”. Posso contare sulla tua voglia di gioia, e mi sussurri di credere che anche Dio vuole che io mi realizzi nella gioia, anche se spesso in modi diversi e con scopi diversi da quelli che a me sembrerebbero i migliori.  Madre della lode e del ringraziamento, insegnami a lasciare che io e la mia vita diventiamo, con il tuo aiuto, una lode gioiosa e un ringraziamento vivente all’Amore del Signore per me e per ogni persona

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