L’idolo della brava persona
Cosa sacrifichi di te ogni volta che punti a essere una brava persona? Sembra una domanda strana, provocatoria, eppure se ci rifletti un attimo, anche tu, come me, come ognuno di noi, sei spesso tentato di darti la definizione e l’identità di… brava persona: una definizione e una identità che iniziano pian piano, con il tuo permesso, ad appiccicarsi al tuo cuore, e che ti portano ad annullare, nascondere e sacrificare…. te. A volte forse sei convinto che sia Dio Colui che ti fa sacrificare, annullare, e che non accetta i tuoi sentimenti, desideri, i tuoi difetti e paure, il tuo cuore, ma in realtà è quell’altro, l’idolo della brava persona, che non ti accetta così come sei, che devasta e confonde il tuo cuore, e che cerca in tutti i modi, quando sei disponibile a credergli e a seguirlo, di annullarti, di non farti essere ed esprimere ciò che sei veramente. Perché a volte o spesso tu, io, tutti ci crediamo e ci sentiamo degni di amore, amabili, capaci, buoni, forti solo se siamo “brave persone”?
e che vuol dire essere una brava persona? E che differenza c’è tra una brava persona e tu che ami così come sei, figlio/figlia amato /amata da un Padre che ti vuole pienamente te stesso/a? Proviamo a fare un esercizio di empatia insieme:
la brava persona conta sulla sua “bontà” : quale bontà? L’idea di bontà in cui crede e pensa che in fondo in fondo lei è migliore di tante altre persone, la bontà in cui crede che non fa mai certi sbagli o peccati troppo gravi e grossi, e che non fa mai male a nessuno, soprattutto mai volontariamente. E quando si accorge che ha sbagliato molto o ferito qualcuno, preferisce ripiegarsi su sé stessa e credersi non meritevole di perdono prima di tutto da se stessa, e inizia a odiare se stessa e a volte anche gli altri. Colui/colei che accetta di essere sé stesso con amore, accetta con onestà e umiltà verso sé stesso e gli altri che sbaglia, e spesso; accetta e riconosce che a volte fa molto dispiacere a qualcuno, e che a volte ha fatto o fa errori grossi, e preferisce chiedere scusa, preferisce ricominciare e ritornare ogni volta da Dio anche quando si sente non meritevole di amore, ma si fida della Misericordia di un Dio a cui crede, e al cui Amore crede davvero.
La brava persona non accetta e odia in sé ogni errore, ogni incapacità che possa ricordare a sé stessa e agli altri che non sa fare o dire qualcosa, perché ha troppa paura che sarebbe presa in giro, o non accettata, o giudicata, o non amata. Colui/colei che accetta di essere davvero se stesso figlio/figlia amato/amata da Dio, sa e accetta che tante cose ancora non le sa fare o ha paura di impararle e di cambiare, e accetta con umiltà e sincerità di avere difetti, cose che non sa fare o dire, fatiche, resistenze, paure, indecisioni, dubbi e lentezze, e accetta con amore e fiducia in Colui che la ama sempre, che è meritevole di amore sempre, e che va bene anche così come è, anche quando sbaglia, e anzi, fa di più: accetta e crede che anche i suoi errori, le sue ferite e difficoltà i suoi limiti e difetti, possono diventare nuove strade, feritoie di amore, e lo crede vero e possibile anche per ogni persona, perché sa che Dio questo lo vuole e lo sa fare per lei e con lei e con e per gli altri . La brava persona si offende facilmente se qualcuno non si comporta bene, se qualcuno non sa o non vuole fare qualcosa, e se esprime egoismo o altri peccati e difetti, e se sbaglia sempre su uno stesso punto e situazione. E sceglie come soluzione il rimproverare, punire, parlare di quella persona ad altri facendo notare quanto sbaglia o quanto è egoista, e la incolpa convinta che così quella persona avrà voglia di cambiare, perché secondo lei deve prima e solo cambiare per poter essere apprezzata e amata. La persona che accetta di essere se stessa e figlio/figlia sempre amato/a da Dio, accetta che tutti siamo nella stessa barca, che nessuno è perfetto o bravo in tutto, che ogni persona ha il diritto e la libertà di non voler o riuscire ad amare subito, di sbagliare, perché accetta che in ognuno c’è un misto di bene e male, e non si scandalizza, ma anzi cerca di capire come poter aiutare chi sta vivendo una difficoltà o egoismo a lasciarsi amare e fare qualcosa che aiuti se stesso e agli altri.
La brava persona si sforza sempre di essere gentile, buona, simpatica, integerrima, e quando qualcuno non è così “serio”, integerrimo, o le fa dispiacere, la brava persona giudica il colpevole di cotanta cattiveria ed egoismo come una persona che non merita la sua attenzione, il suo affetto o amicizia e la sua stima, e cerca di allontanare o ignorare chi ha difetti così grandi, atteggiamenti così egoisti, e che fa vedere chiaramente quanto sbaglia nella sua vita e con lei. La brava persona è insomma un giudice implacabile, che considera vergognoso sbagliare spesso e su alcuni temi e situazioni, e che considera inaccettabile frequentare persone così evidentemente superficiali o poco capaci di amore e di socievolezza. Colui/colei che accetta e crede di essere figlio/a amato/a da Dio sempre così com’è, comprende che anche gli altri, come lui/lei, hanno bisogno di misericordia, comprensione ed empatia, hanno bisogno di essere accettati e aiutati, e incoraggiati a cambiare lo sbaglio in amore, e si mette accanto all’altro che sbaglia, camminando con lui/lei, perché ha sperimentato quanto fa bene lasciarsi aiutare ed essere aiutati con amore anche quando si sbaglia.
La brava persona non accetta il “poco”: il poco che può fare in quel momento, il poco che ha in quel momento, la poca fede la poca speranza, la poca voglia di fare qualcosa di bello e buono, e quando si accorge che potrebbe secondo lei dare poco agli altri, o che è di pessimo umore, o che ha paura, preferisce non partecipare o collaborare, preferisce ripiegarsi su se stessa e non stare in mezzo agli altri perché ha tanta paura di fare figuracce e di far vedere quanto anche lei sbaglia, o non è a volte serena o disponibile, e chi più ne ha più ne metta. La brava persona non accetta di essere “poco” per qualcuno: dà il meglio di sé solo a chi le dimostra un immenso affetto e amicizia, e tende a combattere o rifiutare chi osa donarle poca attenzione, poco tempo, poco affetto, o chi ha idee e desideri diversi da lei. Colui/colei che accetta di essere pienamente se stesso /se stessa, accetta e considera invece prezioso anche il “poco”, e crede che se usa e dona quei “cinque pani e due pesci” (Giovanni cap. 6 , v. 1-14) che sembrano così poco, anche quando è triste, scoraggiata, o quando sbaglia, e se li mette tra le Mani e nel Cuore di Dio e Gli chiede aiuto, anche quel poco diventa qualcosa di molto importante e utile, e si rende disponibile a lasciar fare meraviglie e miracoli a Dio proprio con quell’imperfetto “poco”… e accetta con amore di essere considerata poco da qualcuno, e invece di vendicarsi o incolparlo, fa comunque la sua parte in cui collaborare, aiutare, dialogare, interessarsi all’altro e comprenderlo davvero.
La brava persona vuole risolvere tutto e gestire e controllare tutto, compreso il cuore e le intenzioni delle persone, perché tutto sia a posto, o meglio perché lei possa sempre sapere cosa gli altri pensano di lei e cosa fanno o non fanno per lei. Colui/colei che accetta di essere pienamente sé stesso/a e figlio/a amato/a da Dio sempre, accetta che gli altri non devono controllare lui/lei, e accetta che non è il salvatore/la salvatrice del mondo, non è Dio, e invece di controllare e gestire gli altri preferisce amarli e comprenderli, incoraggiarli e accoglierli prima di tutto nel suo cuore.
La brava persona non esprime troppo e troppo calorosamente il suo affetto, la sua vicinanza e amicizia, e la sua stima, non cerca per prima spesso gli altri, non crea tante occasioni con gli altri, perché altrimenti sarebbe invadente: e non si accorge che proprio facendo così, non si mette a capire con umiltà quado un suo atteggiamento è invadente o importante da donare, e in alcune situazioni sceglie poi l’invadenza perché inizia a credere che ciò che desidera lei è sempre giusto e sacrosanto e che gli altri devono accettare ciò che vuole lei, perché si considera già fin troppo paziente e rispettosa quando gli altri non le esprimono attenzione e affetto, e per reazione si arrabbia e pretende invadendo cuori spazi e tempi. Ed è convinta che il suo sorriso, la sua comprensione ed empatia, la sua amicizia e affetto debbano essere meritati, e che vadano donati solo a chi le esprime solo affetto e che non ha mai egoismo o disattenzione con lei, e che vuole le sue stesse cose. Colui/colei che accetta di essere pienamente se stesso/a, e che crede di essere sempre amato/a da Dio così com’è, crea e coglie ogni occasione, anche quelle che sembrano troppo quotidiane, piccole o inutili, per esprimere e donare calore, empatia, vicinanza, affetto, e attenzione, e sceglie la libertà di non far dipendere il suo amare da come è l’altro e cosa fa o non fa l’altro o quanto l’altro si comporta in modo uguale a lui/lei. Perché crede e sa quanto è più bello e liberante amare ed essere amati anche nel proprio “misto”. Non si preoccupa di essere una brava persona, ma…di amare e lasciarsi amare e aiutare. E proprio perché cerca di conoscere ogni giorno se stesso/a e l’altro, non dà per scontato di aver capito e di sapere quando l’altro e in cosa si sente rispettato o invaso, ma dialoga con lui/lei e rispetta davvero chi ha davanti, preferendo dare empatia invece di offendersi o imporsi.
E tu, cosa scegli di fondo?
Sei disponibile a smettere di farti nascondere e imprigionare dall’idolo della brava persona, e a riscoprirti figlio/a amato/a da Dio sempre, così come sei?