I miei scarti unici

Non so se capita anche a voi, a me capita, e a volte anche spesso.

Mi capita spesso cioè di non usare i miei…scarti. E di ritenerli solo inutili e non “unici” e con la grande possibilità di essere in qualche modo “utili”….

In questo caso intendo scarti di tempo, scarti di mie capacità che durante il giorno non uso per niente o uso poco e male, scarti di attenzione che ho dato a situazioni (e miei rimuginamenti e paturnie) non cosi importanti come credevo, insomma i vari scarti che ognuno di noi in qualche modo ha e forse conserva da qualche parte dentro sé forse per timore che non servano molto, o che siano inutili.

 A me ogni tanto emerge la paturnia tipo : “Se in questa mia giornata ho iniziato male, mi sono svegliata di cattivo umore, se ho già fatto vari rimuginamenti e ho perso tempo prezioso, se non ho fatto tutto quello che dovevo fare, anche per aiutare, perché ora dare il meglio di me? Ormai…”.

Ecco….

Ecco l’ “ormai” che mi viene incontro e vorrebbe pure sedersi a prendere un caffè con me.

Tanto per ricordarmi che perdo tanto tempo in bazzecole, in cose poco importanti, che non mi sono impegnata quanto avrei dovuto e potuto, ecc. ecc.

E quando mi “incarto” in questo tipo di pensieri e rimuginamenti mi è sempre più facile preferire a quel punto di non impegnarmi ancora, di rimandare, soprattutto perché dopo aver trascorso parte della giornata a non azzeccare le priorità o scelte buone da fare, mi sembra più “logico” continuare in quella modalità che ho attivato, modalità “tanto ormai … è tardi, potrei fare poco, non basterebbe ciò che posso fare e non risolverebbe”ecc. ecc.

E cosi,

presa dai miei pensieri,  paturnie e scoraggiamenti, mi dimentico di avere “scarti” (che io considero tali ma che sono le mie risorse e talenti intere, ma che a quel punto non degno più molto di uno sguardo attento e amorevole) da poter usare e vivere, da poter donare, e gustare, perché mi fermo più alla pesantezza di ciò che durante il giorno non sto facendo come si dovrebbe o sto sbagliando o evitando fatiche  necessarie, che alla possibilità e importanza di immettere pensieri nuovi,

 scelte nuove,  diverse da quel circolo vizioso emotivo in cui decido di cascare (anche se  io mi illudo di credere ancora che non posso fare altrimenti, che ci casco per chissà quale  forza esterna del destino  che ha potere su di me secondo me)e da cui credo difficile uscirne per quella giornata o situazione  secondo me andata troppo, quasi  irrimediabilmente  “storta”.

Ma …

Io credo ci sia sempre la possibilità di mettere in circolo anche solo un piccolo “scarto”, di speranza, di amore, di tenerezza e impegno: certo per farlo devo accettare di far tacere il mio orgoglio che vorrebbe muoversi, togliersi dalla passività e inerzia, fare il bene “solo” quando  è certo di avere risultati strabilianti e soprattutto visti, riconosciuti, considerati e apprezzati, se possibile con applausi…

 

e allora meglio accettare di accorgermi che quando penso che non ho motivazioni per fare una cosa buona se ne ho fatte alcune precedenti poco prima di sbagliate, in fondo in fondo se guardo bene in me stessa con un po’ di umiltà e realismo posso accorgermi

 che avrei le motivazioni anche buone, ma non le voglio usare, o meglio non le voglio “sprecare”, o meglio ancora non voglio fare la fatica che ci vuole (perché spesso per fare una azione di amore anche verso me stessa, di liberarmi da inerzia chiusura e giudizi vari su me stessa bisogna che io metta  in conto di sentire anche fatica, scomodità, a volte sofferenza, paura, ma poi la pace interiore che si può scoprire è tanta, anche quando convive con dolori e fatiche e difficoltà)per riusare mie risorse e capacità, la mia voglia di amare davvero, impegnarmi, dare attenzione, avere pazienza, comprendere, andare in contro per prima per un “ponte” con gli altri.

Ma quando riesco (in realtà decido) di vedere amare e usare i miei “scarti”, in realtà posso costruire anche piccole luci dentro e fuori di me, posso riprendere fiato e sollievo anche in situazioni molto difficili,

e posso donare lo stesso, con i miei cosiddetti  “scarti”, qualcosa di buono, di bello, di unico, e può essere tantissimo anche se a ,e sembra di donare poco.

Noi  tutti non sappiamo mai fino in fondo quanto può essere bello e importante per qualcuno ciò che noi possiamo fare in quel preciso momento presente, non sappiamo quanto amore possiamo far arrivare anche con i nostri “scarti”, con i nostri piccoli gesti di attenzione, con i nostri sorrisi col cuore, con il nostro sguardo buono verso gli altri.

A volte ho sperimentato quanto anche un mio piccolo “scarto”, per qualcuno sia stato  una specie di ancòra  in mezzo a una tempesta,  io non me ne ero accorta ma a volte alcune persone mi hanno espresso la gioia e bellezza di ciò che a loro era arrivato e come è stato bello per loro: e io spesso mi sono accorta che ciò che loro magnificavano era solo, dal mio punto di vista, uno “scarto”, qualcosa di poco e concentrato, anche in poco tempo, anche in mezzo a mie “tempeste” interiori,

ma con un pizzico di amore e fiducia: anche salutare con calore e attenzione qualcuno  può a volte avere conseguenze bellissime per chi riceve il saluto. E anche per chi lo dona, senza aspettarsi di essere salutato o visto per primo, senza pretendere di salutare solo chi ci è già simpatico o piacevole come persona.

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