Piccoli (grandi) lati positivi

Quando mi concentro sul voler ricevere, da una persona o da una situazione, tutto ciò che vorrei io e che mi sembra “il minimo”,  senza a volte accorgermi mi metto da sola in un atteggiamento di fondo per cui esprimo apprezzamento per esempio per l’impegno e lo sforzo degli altri solo se si impegnano tanto quanto secondo me è “giusto”, tanto quanto secondo me si deve, e nei modi e tempi che vorrei (o meglio pretendo, anche se a me sembra a volte solo di volere presto).

E a volte se l’altro o gli altri non si impegnano abbastanza (abbastanza secondo le mie urgenze e secondo i miei criteri) evito di incoraggiarli, ma esprimo sotto forma di rimprovero o muso lungo la mia delusione e il mio dispiacere per il poco impegno e il poco sforzo degli altri nei miei confronti o su cose per me importanti.

Certo questo mio atteggiamento non facilita per l’altro la sua disponibilità a riprovare a fare meglio o a cambiare qualcosa, o a fare le cose come dico io, anche se a volte mi convinco che invece gli altri se sono attenti a me e se ci tengono a me “sanno” già per cosa mi dispiaccio o per cosa sono contenta o cosa vorrei veramente o cosa penso sia importante e urgente.

Gli altri a loro volta, però, sono spesso presi da loro paturnie, dal concentrarsi su altre cose  e impegni e urgenze, e spesso non hanno la disponibilità o la concentrazione su qualcosa perché a loro volta presi da altri pensieri o preoccupazioni o obiettivi urgenti per loro.

E’ facile a quel punto per me, (e forse  anche per ognuno di noi quando scegliamo di  rendere un nostro desiderio pretesa  e consideriamo utili e da apprezzare solo impegni, sforzi da parte degli altri e  risultati grandi, veloci, perfetti),

evidenziare a volte solo il lato negativo della situazione: rimproverare, evidenziare quanto si sarebbe potuto fare e non si è fatto, a volte sminuire l’impegno dell’altro o degli altri giudicandolo anche pigro, senza voglia di fare, cattivo o poco disponibile o poco attento a me. Questo atteggiamento noto però che porta solo più “facile” chiusura da parte dell’altro, scoraggiamento, e meno voglia di impegnarsi e fare le cose bene.

Tempo fa stavo osservando come una persona che conosco continuava a passare il tempo impegnandosi poco per cambiare una situazione, e sentivo in me di nuovo la tentazione di evidenziarle solo il negativo, i suoi sbagli, ritardi, lentezze, la sua ostinazione a non voler capire che quel cambiamento deve essere fatto in un altro modo, e con tempi diversi, impegnandosi di più. Certo, ognuno di noi se mette più disponibilità o impegno in qualcosa avrà risultati più precisi, più veloci e più utili.

Però …

stavolta mi sono chiesta se preferissi ancora una volta rimproverare, evidenziare solo il “non fatto” o “non ancora fatto”, o “non fatto bene”, oppure se ero “curiosa” di cercare e notare, ed evidenziare i piccoli lati positivi di ciò che quella persona, seppure in modi diversi da come avrei fatto io e in tempi diversi e più lenti, stava comunque cercando di fare per cambiare.

 E stavolta ho sorpreso quella persona perché invece di lamentarmi e giudicare il troppo poco che secondo me stava facendo per impegnarsi davvero a cambiare, ho provato a notare ed evidenziarle … il lato positivo di ciò che aveva appena fatto per cercare di risolvere un problema, a suo modo, diverso dal mio, con i suoi tempi, molto diversi dai miei, e con la sua testardaggine incorporata e messa in ciò che stava facendo in modo secondo me quasi del tutto sbagliato.

Beh, evidenziando da parte mia un iniziale lato positivo, e cioè che la persona comunque si era impegnata e aveva capito dove sbagliava, cambiando un atteggiamento, e dicendoglielo contenta, rinunciando a toni di rimprovero per ciò che ancora non era stato fatto e cambiato, ho iniziato a vedere molti più lati positivi di quelli che vedevo all’inizio, mentre osservavo la persona rifare anche contemporaneamente gli stessi errori di lentezze, ostinazione, ecc.  non notavo, non li vedevo, o meglio non volevo vederli, presa dal mio desiderio-pretesa di ricevere “solo” impegno  e risultati interi, perfetti o quasi, tanto, tutto, subito o ancora immediatamente.

E … ho scelto in quel caso di evidenziare alla persona un lato positivo, e questo mio atteggiamento ha dato il “la” a una dinamica più bella tra me e quella persona, che mi ha risposto contenta e sorridente, ha trovato più autostima in sé, più coraggio, e più voglia di fare meglio, di cambiare, di risolvere ciò che mancava. E abbiamo riso insieme divertiti.

E ho capito un pochino di più che non c’è bisogno di avere da parte degli altri impegni e risultati perfetti o sempre solo tutto ciò che devono e possono fare: anche loro come me hanno lentezze, paturnie, difficoltà pigrizia a volte, poca autostima, e tanto altro.

Chi sono io per giudicare? Non posso e non voglio giudicare, e quando giudico mi accorgo che faccio male prima di tutto a me stessa e anche all’altro. 

Voglio imparare un po’ di più ad “allenarmi” a cercare e trovare i lati positivi delle situazioni, e delle cose che fanno gli altri, voglio “allenarmi” a non  indurire il mio cuore e i miei pensieri quando l’altro o gli altri non fanno “tutto” il bene che potrebbero fare, non amano come potrebbero e dovrebbero, non risolvono nei modi secondo me indispensabili, non usano la mia velocità o non hanno i miei stessi obiettivi.

 c’è tanto bene e tanti lati positivi “mischiati” a lentezza, ostinazione, difficoltà, modi diversi di fare le cose, perché nessuno di noi ha solo velocità, solo bravura in tutto, solo disponibilità, ma nel nostro cuore c’è un misto, un misto di sentimenti, desideri a volte opposti.

Penso sia importante accorgersi e riaccorgersi ogni volta che i piccoli lati positivi in realtà non solo piccoli, dipende da come li consideriamo. Uno degli aspetti positivi dei … lati positivi, è che possono crescere, aumentare, fruttificare, se mettiamo amore in ciò che pensiamo e in ciò che facciamo.

Articoli correlati