Unico come un marziano o unico come te stesso insieme agli altri
Caro lettore,
forse ti stai chiedendo cosa vuol dire essere unico come un marziano.
Posso dirti cosa vuol dire per me: ho notato, in me e spesso anche negli atteggiamenti degli altri, che a volte siamo tentati di cercare la nostra unicità nell’essere “speciali”.
Il punto è che noi tutti siamo già speciali e unici, non avremmo in realtà bisogno di cercare un dover o voler essere speciali per sentirci unici e amati.
Secondo me voler ogni tanto essere unici come un marziano vuol dire ricercare la nostra propria unicità nel … fare per forza e sempre qualcosa di diverso dagli altri.
Non parlo delle volte in cui essendo diversi gli uni dagli altri abbiamo scelte con modalità e caratteristiche diverse, ma parlo del ricercare di “emergere” (illudendoci cosi di essere più amati visti e considerati e apprezzati di come ci sentiamo noi anche con noi stessi ) in modalità che non si “mischino” agli altri:
per fare qualche esempio quando preferiamo parlare e dire la nostra idea solo se non hanno detto qualcosa di simile gli altri nei loro discorsi, oppure non accettiamo di ascoltare gli altri perché riteniamo più urgente e importante dire la nostra opinione anche a costo di togliere tempo e spazio ad altre persone che vorrebbero parlare in quel gruppo o situazione ma che hanno più timidezza di noi e che quindi non esprimono loro stesse e le loro opinioni velocemente come noi.
Oppure il credersi “banali” se si fanno cose simili agli altri, se ci si “mischia”agli altri per collaborare per qualcosa, perché non emergeremmo noi ma sarebbe un “successo” di gruppo nato da collaborazione e non solo da noi, come se condividere impegni buoni da portare avanti o “costruire” insieme progetti e novità belli e utili togliesse “luce” alla nostra unicità e importanza come persone.
“meglio” quindi, (ci convinciamo senza spesso accorgercene), mettersi nel ruolo di “marziani” che si impegnano e fanno cose buone solo se è evidente e chiaro a tutti o quasi tutti di quanto si sia speciali rispetto ad altre persone.
Oppure ci convinciamo con aria rassegnata un po’ vittimista e amareggiata, che sia “meglio” allontanarci, evitare di impegnarci, di dare il nostro tempo e impegno se ci rendiamo conto e vediamo che già ci sono persone che stanno dando cose buone, che sanno impegnarsi, che sono apprezzate e amate.
Quanto timore di non essere amati abbiamo a volte nel “mischiarci” (che in realtà è un “essere con”), con gli altri se non sentiamo di avere un ruolo da marziano unico!
Ma non è certo rifiutando di apprezzare valorizzare le doti e unicità degli altri, non è certo facendo luce solo su di noi che possiamo far risplendere davvero la nostra bellezza e unicità.
E in più quando rinunciamo a mettere nelle situazioni anche noi stessi, e ci mettiamo in un angolo o rimuginiamo, così lasciamo un vuoto che potevamo riempire e vivere solo noi perché era il nostro posto, anche se a volte a noi non sembra.
E anche se gli altri non si accorgono di quel vuoto, e a volte non sentono la mancanza di chi si eclissa in realtà per sentirsi marziano importante e cercato, in una parola amato e considerato,
Dio, il nostro Papà che ci ama tantissimo sempre, infinitamente, e che ci conosce meglio di noi stessi e più e meglio di chiunque altro, vede quel vuoto e Gli manchiamo, perché ci ama e conta su di noi, sa quanto siamo preziosi e utili, anche quando a noi non sembra per niente di esserlo.
Non aspettiamo di sentirci utili prima di amare, di impegnarci, non aspettiamo di sapere prima di agire quanto siamo preziosi, non basiamoci sulla voglia di essere prima visti e amati per essere con gli altri, ma amiamo, costruiamo con gli altri.
Senza pretendere niente in cambio, senza aspettare prima un premio o incoraggiamento. Dio ci incoraggia con il Suo Amore, a essere noi stessi e ad amare. cosi come siamo. E questo può bastare davvero per avere motivazione e costanza per amare davvero. Con la nostra vera unicità e preziosità che vede e apprezza anche l’unicità e preziosità degli altri …
