Lettera  al mio zaino

 

Mio caro zaino,

compagno indispensabile di ogni mia gita in montagna, ti scrivo questa lettera.

Vorrei ringraziarti per tutto ciò che mi hai insegnato negli anni e che ancora mi insegni. Di solito ti utilizzo come strumento e abitudine per fare gite montanare;  ma, ultimamente, mi sono soffermata su di te anche in un altro modo, e cioè sulla potente e bellissima metafora che sei.

Mi spiego meglio: quando sto per accingermi a fare una gita in montagna, tu sei uno degli strumenti che posso portare addosso con me, per facilitarmi il cammino e renderlo più sereno.

Posso utilizzarti infatti per proteggermi dagli imprevisti, quando ad esempio ti utilizzo per mettere una felpa pesante, una giacca a vento, per proteggermi da improvvisi cambi di temperatura e da improvvise piogge. E posso utilizzarti anche per nutrirmi, portandomi per esempio una bottiglietta di acqua o qualcosa di piccolo e nutriente da mangiare lungo il cammino. E sono solo alcuni esempi di come posso utilizzarti. Posso soprattutto portarti sulle spalle, come dolce peso che non schiaccia ma che cammina con me e mi facilita la gita.

Nello stesso tempo, caro zaino, vedo anche i tuoi limiti, che in realtà sono anche pregi perché mi aiuti a rimanere in confini che permettono di dare leggerezza: per esempio sei contenuto, per cui hai spazi limitati, anche per non rischiare di appesantirmi, e quindi posso utilizzarti riponendo in te solo alcune cose, e non altre. Non tutto, solo qualcosa, e qualcosa di misure non eccessive, e che sia davvero importante e utile lungo il mio cammino.

E riflettevo, caro zaino, come tu sia anche uno strumento di meravigliosa metafora della vita.

Anche nel cammino quotidiano della vita mia e di ognuno di noi, tu sei un simbolo prezioso che mi insegna e ci insegna a “camminare”, anche in ogni giornata e momento presente,  in un modo diverso: quante volte infatti porto con me e portiamo tutti con noi pesi e intralci che ci sembrano utili, utilissimi, e che invece senza del tutto accorgercene ci appesantiscono e rendono il cammino, qualsiasi cammino, più doloroso e complicato? Penso ad esempio quanto per proteggermi e per proteggerci da imprevisti, da reazioni degli altri che temiamo diverse da ciò che vorremmo, dolori e problemi, tendo e tendiamo un po’ tutti a scegliere e metterci addosso sul cuore e sulle spalle uno zaino che sembra proteggerci ma che in realtà ci crea problemi enormi: penso  infatti a quando riempio e riempiamo il nostro personale zaino interiore di difese, reazioni rabbiose, desiderio di vendette, orgoglio che non ci fa parlare e chiedere scusa quando sbagliamo o quando involontariamente feriamo qualcuno, convinti che così “salveremo” la faccia o manterremo una pseudopace che in realtà crea distanze, incomprensioni, giudizi reciproci.

Ma noi  a volte andiamo avanti così, convinti che solo il nostro arrabbiarci  e “attaccare” chi non la pensa come noi, o l’evitare/ignorare gli altri possa darci protezione e sicurezza. E per esempio quando ti riempio e ti riempiamo di rancore, di aspettative verso gli altri e la vita, quando preferisco e preferiamo continuare a pensare che con quella o quelle persone non si può dialogare, che non vale la pena provare a comprendersi davvero, e che solo noi abbiamo ragione e facciamo il bene. O quando dò più importanza e mi concentro su quanto e se sono brava, apprezzata, e se sono accettata e amata oppure no, invece di concentrarmi e dare  importanza a se e come accetto, apprezzo, vedo e aiuto gli altri, così come vorrei essere amata io.

Oppure ancora, quando ti tratto come uno strumento interiore che deve contenere il “tutto”, di tutto: quando considero e consideriamo importante portare con noi addosso e nel cuore cose che ci sembrano utili e nutrienti e che invece ci fanno del male, e che sono “troppo”: penso per esempio alle aspettative su qualcosa o qualcuno, penso ai desideri che ho e che abbiamo, a quegli obiettivi che considero e  consideriamo il nostro tesoro e che “deve” essere realizzato per forza a tutti i costi. Penso al desiderio di essere amati, capiti e visti considerando una offesa grave non essere capiti, visti, apprezzati, soffermandoci puntigliosamente su ogni errore degli altri, convinti che così saremo più forti e contenti.   Invece di pensare e guardare con vera misericordia ogni persona, come vorremmo essere pensati e guardati nio anche quando sbagliamo.

Insomma, quante volte caro zaino per sentirmi e sentirci leggeri e al sicuro scegliamo di portarti con noi riempendoti di pesi di sfiducia, paure, convinzioni e orgoglio, pieno di tutta la nostra avidità nel volere tutto e come diciamo noi, e subito, una avidità che spesso copriamo con la nostra giustificazione che “è giusto, sono nel giusto”?

Mio caro zaino, quando sono quindi tentata di riempirti di lamentele, critiche, giudizi, scoraggiamenti paure o orgoglio, ricordami di come tutto questo non mi aiuta, non mi protegge, non mi rende agevole il cammino, ma mi appesantisce e mi inganna. Ricordami quanto invece sia prezioso, utile, indispensabile riempirti di fiducia, di umiltà, di misericordia continua verso me stessa e gli altri, e dell’accettare la vita, le persone, le cose, me stessa come sono, senza attaccarmi alla tentazione che amerò e donerò gioia “solo se”, solo se gli altri lo meritano con il loro atteggiamento verso me, solo se le situazioni difficili cambiano e subito e come dico io, solo se sono prima bravissima, capace in tutto e senza difetti. Aiutami, cioè, a smettere di rendere idolo il perfezionismo e i miei giudizi e criteri, i miei desideri come sempre giusti, pesi che a volte metto addosso sulle spalle degli altri, per esempio quando li giudico o esprimo affetto solo se mi trattano bene o se sono e si comportano come voglio io.

Gli altri, in fondo lo so, e ne sono straconvinta in realtà, sono molto più belli e preziosi di come a volte per dispiacere o  paura temo.

Caro zaino, che ne diresti di insegnarmi ogni giorno a riempirti di scelte e pensieri che donano amore a me e agli altri? Facciamo squadra io e te: aiutami nel cammino di ogni giorno a “stare” davvero con le situazioni, con gli altri, aiutami ad andare sempre verso gli altri con quell’attenzione, con quella empatia, con quel desiderio di costruire con loro anche nelle difficoltà, che vorrei sempre ricevere io da loro, e convinta che è più importante creare ogni volta dialogo e aiuto reciproco, perché solo in questi modi tu sei davvero uno zaino che facilita e aiuta  il cammino a me e agli altri e sviluppa vera gioia, perché  solo amare davvero dona gioia e pace  vere e solide.

 

 

 

 

 

 

 

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