Lettera al mio calendario

Caro   calendario,

che stai lì ben messo su un muro della mia cucina, e che ogni tanto passando ricevi il mio sguardo tra il pensieroso e l’incuriosito, no, non sei inutile per me.

Credilo, anche quando lascio vuoti, per inerzia o fretta o stanchezza, alcuni degli spazi bianchi che hai inseriti al tuo interno in ogni giorno della settimana dell’anno, perché da anni ti scelgo con le solite caratteristiche che mi piacciono di te: grande, con qualche disegno carino e  qualche frase che fa riflettere per ogni mese dell’anno, e munito di spazio bianco, consistente, dove cioè c’è spazio  sufficiente per scrivere qualcosa e più cose,  per ogni giorno, utilissimo per me che ho soprattutto una memoria visiva e dunque posso essere molto aiutata dallo scrivere in ogni giorno appunti, appuntamenti, cose da fare, e tanto altro.

Tu, caro calendario, che con la tua muta e costante presenza aspetti solo di ricordarmi appuntamenti, eventi, cose da fare, o aspetti che io vada a vedere che giorno preciso sia, tu puoi essere anche “luogo” di ulteriore riflessione da parte mia, e infatti lo sei, sul senso del tempo e di come vivo le giornate. Ieri sera stavo uscendo dalla cucina , e, passando accanto a te distrattamente e un po’ di fretta, ti ho guardato con più attenzione e profondità: e da lì sono partite alcune mie riflessioni tipo “perché ho lasciato quegli spazi vuoti per scrivere in alcuni giorni di questo mese? Cosa era successo? “ e, scendendo ancora più in profondità; come sto usando il mio tempo? Li sto vivendo pienamente i miei giorni? Oppure perdo prezioso tempo in distrazioni che non mi portano la felicità che sembrano promettere, e scopro solo dopo qualche giorno che avrei potuto utilizzare il mio tempo in un modo più costruttivo e utile per me e per gli altri?

Caro calendario, ormai un pochino mi conosci e sai che spesso non uso il mio tempo bene:  addirittura a volte tratto male il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Come, forse ti stai chiedendo? Semplice: a volte tratto male il mio passato se mi concentro troppo su ciò che appunto è…passato, cioè situazioni che sono cambiate, oppure cose che ero riuscita a fare, oppure semplicemente quei momenti in cui ho vissuto qualcosa che non è uguale a ora, oppure non riesco a perdonarmi ancora qualcosa in cui ho sbagliato.  Oppure, vado troppo in avanti con l’immaginarmi il futuro, e in alcuni casi do’ spazio a paure, preoccupazioni sterili, e ipotesi che a volte neanche si realizzano, o che accadono diversamente da ciò che avevo temuto o sperato. E riflettendo su queste mie tentazioni di concentrarmi troppo sul passato o sul futuro, mi accorgo che mi perdo il…presente. E se ti guardo, anche per come sei strutturato, tu sei appeso lì sul muro e mi permetti in questo modo e posizione di vedere solo il mese presente, solo i giorni di quel mese: e succede che più mi avvicino a te, e ti guardo meglio, più noto soprattutto… un giorno alla volta, perché avvicinandomi perdo un po’ la visione proprio fisica dell’insieme dei giorni.

Vedi che sai involontariamente darmi una buona lezione anche rimanendo fermo su un muro solo a svolgere la tua apparente passiva funzione? Infatti in fondo in fondo un modo per vivere bene il mio tempo è proprio concentrarmi su un giorno alla volta, meglio ancora un istante alla volta. Non per non programmare qualcosa anche che deve avvenire in futuro, non per non tener conto del passato e dei suoi insegnamenti, ma per usare la mia libertà di scelta e possibilità di efficacia che riguarda il mio presente, ciò che sto vivendo ora, in questo momento. Guardandoti mi colpisce anche metaforicamente un’altra tua caratteristica della tua struttura a cui non davo molta importanza e che neanche notavo troppo: io non so esprimerlo e spiegarlo in termini tecnici né grafici, non me ne intendo, ma noto che tutti i fogli dei mesi e giorni dell’anno sono tenuti insieme da un unico blocco centrale, che li unisce e li fa rimanere insieme. E ho pensato che…forse un modo per vivere con amore e pace interiore il mio presente, anche quando ha situazioni faticose o dolorose da affrontare, può essere ricordare a me stessa, al mio cuore, che tutto il tempo, passato, presente, e futuro, non è fluttuante senza senso in qualche modalità abbandonata a se stessa, ma è tenuto in Mano da Qualcuno che ci ama, che mi ama, e mi ama anche quando perdo tempo, anche quando evito di amare, anche quando soffro o mi preoccupo. E Dio, il Qualcuno di cui sto parlando, tiene in Mani piene di Amore tutto il tempo, compreso il mio tempo: tiene in Mano e nel Cuore il mio passato, racchiudendolo nella Sua Infinita Misericordia, tiene in Mano il mio presente, e tiene in Mano il mio futuro.

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