Quale misericordia scegli?
Quale misericordia scegli?
“La misericordia è una sola, non ce ne sono tanti tipi” potresti pensare, caro lettore.
Eppure…eppure tuti noi a volte interpretiamo la misericordia, un dono grandissimo, in modi “leggermente” diversi e a nostro personale uso e significato: semplicemente perché, essendo tutti meravigliose e imperfette creature, spesso ci costruiamo il nostro personale significato di misericordia.
E tu caro lettore cosa intendi per misericordia? Cosa scegli?
Un esempio è la misericordia che si potrebbe definire condizionata: è quel tipo di misericordia che tutti a volte o spesso scegliamo, convinti che sia “la” misericordia, e che suona più o meno così: “Io ti perdono, ma me la lego al dito, per stavolta ok, ma se vuoi il mio affetto ancora e la mia stima non sbagliare più, e comunque ora intanto cambio verso di te e ti tolgo stima, attenzione, fiducia e amicizia/affetto”: in questo modo noi ci sforziamo di dare misericordia e perdonare, ma in realtà una certa o grande parte di noi rifiuta e non partecipa, e lo fa più che altro per accontentare quella parte di noi che ha bisogno di essere amata solo da persone perfette e sempre capaci solo di amore, e ha bisogno di sentirsi buona, brava, capace di amore e di non essere cattiva come chi le ha fatto dispiacere. Ma questo tipo di misericordia, unita a pensieri non proprio misericordiosi, o a scadenza, a tempo, a condizione che, non fa bene né a noi stessi né agli altri, compresa la persona a cui si è convinti di donare vera misericordia.
E siccome quando non vogliamo vedere alcuni nostri aspetti o annulliamo una parte di noi quella parte di si ribella in qualche modo, se scegliamo questo tipo di misericordia, convinti solo di donare tanto, prima o poi o spesso, o quando meno gli altri se lo aspettano, la nostra rabbia, il nostro cambiare modo di guardare e considerare colui/colei che ci ha fatto dispiacere o ci fa dispiacere cambia, troppo sconvolti e offesi che quella persona, che ci sembrava buona e quasi perfetta, possa farci dispiacere e continuare pure a dispiacerci. Ovviamente all’altra persona quello che arriva non è misericordia ma sorrisi forzati, piccoli e grandi segni da parte nostra di esclusione, freddezza, giudizio, e chi più ne ha più ne metta. E simile a questo tipo di misericordia c’è anche la misericordia con aggiunta di optional di piccola vendetta: convinti che stiamo perdonando, ci concentriamo contemporaneamente sul nostro desiderio di correggere la persona che ha sbagliato o ci ha fatto dispiacere con pensieri e scelte tipo: “Ora devi capire che mi hai arrecato dispiacere, che sbagli, altrimenti se ti perdono e basta non lo capirai e ne approfitterai, e io mi sentirò debole attaccabile e ingenuo, non visto nel mio dolore ed esigenze, e vulnerabile: quindi ora devi in qualche modo sperimentare il dispiacere che ho sperimentato io, devi capire come ci si sente, solo così cambierai…” ma ovviamente, in realtà ricevere ripicche da chi abbiamo spesso involontariamente (o volontariamente, perché arrabbiati per qualche nostro dispiacere) ferito, non ci aiuta a cambiare o a riflettere o a metterci in discussione, ma ci porta istintivamente a reagire con rabbia, chiusura, freddezza ecc. in una spirale infinita di incomprensioni, piccole grandi vendette, musi lunghi e frecciatine reciproche, o silenzi carichi di rifiuto e rabbia.
È davvero quello che vuoi nel profondo caro lettore quando scegli questi tipi di misericordia?
C’è poi un tipo di misericordia che pretende di vedere subito un cambiamento da parte di chi ha sbagliato, come condizione per tornare a stimare, amare, capire, dialogare, e quando l’altra persona non riesce, non vuole o ha paura di cambiare, dimentichiamo che anche a noi succede di resistere a cambiamenti di nostri atteggiamenti che possono aver causato dispiacere agli altri, anche se quando succede a noi ci sembra spesso che noi non siamo così “cattivi” da vendicarci, far dispiacere, ignorare, trattare male…e spesso anzi ci sentiamo i buoni della situazione, gli incompresi, le “vittime” di così tanto egoismo e indifferenza. E facciamo dipendere il nostro atteggiamento verso l’altro da se e quanto e quando cambia.
E poi, c’è anche un altro possibile tipo di misericordia: la misericordia che usiamo quanto perdoniamo e poi consideriamo inutile, non importante aiutare l’altro a correggersi, parlargli di come ci si siamo sentiti e ci sentiamo, la misericordia che fa finta che tutto ora vada bene e che saremmo cattivi a sentirci dispiaciuti e arrabbiati, la misericordia che però omette: omette cosa?
omette il bene che può mettere in circolo, che può fare, ma preferisce, spesso per paura delle reazioni proprie e dell’altro, evitare di stare e rimanere davvero in relazione con l’altro, con sincerità e vicinanza, e preferisce mantenere con l’altro una parvenza di tranquillità, di apparente dolcezza, la misericordia che preferisce non fare la propria parte di responsabilità sia per vedere propri eventuali errori che hanno “collaborato” con l’errore dell’altro nel creare una situazione difficile, sia per mettersi davvero in discussione, correggere se stessi e per dialogare con l’altro: a volte è tale la rabbia o scoraggiamento verso un’altra persona colpevole di averci tolto gioia e serenità e aiuto, che in questo caso preferiamo cancellare ciò che è successo, scegliendo però così di chiudere un dialogo vero e caloroso con l’altro, perché temiamo che se gli dicessimo come ci siamo sentiti, in cosa ci siamo dispiaciuti, e cosa vorremmo o non vorremo, temiamo che l’altro si arrabbi, e che chiuderà i rapporti con noi o cambierà atteggiamento: forse quando abbiamo questa paura è perché pensiamo che non saremmo capaci (o disponibili?) a parlare con l’altro con amore, immedesimandoci in lui davvero, aiutandolo a vedere le nostre responsabilità e le sue, con toni sereni, assertivi, che trasmettono contemporaneamente anche l’amore, l’amicizia, l’affetto e la stima che comunque manteniamo nel cuore per l’altro, nonostante i suoi sbagli o i dispiaceri che a volte ci da’, e temiamo che si vedrebbe troppo la nostra grande rabbia e delusione, e così però non solo non ci mettiamo in discussione, per esempio provando a pensare all’altro in modo diverso, smettendo di giudicarlo e di giudicare noi stessi, ma omettiamo il dono di amicizia, amore, affetto e stima che possiamo donare all’altro: il dono del nostro dialogo, del nostro parlargli con semplicità ed empatia, il nostro continuare ad amarlo, il nostro ricominciare a guardarlo e sorridergli, rinunciando a frecciatine, sarcasmi, battutine, ripicche, rinunciando a volerlo comprendere e togliendo a lui la nostra attenzione a cosa vive lui/lei, per poterlo aiutare, per poterlo incoraggiare a fare il bene a se stesso e agli altri tra cui a noi.
In tutti questi tipi di misericordia, per capire quanto e quando e come facciano il contrario del bene che potrebbero donare, uno dei modi è provare a immedesimarci e riflettere come ci sentiremmo, (e se ci sentiremmo amati e capiti), noi se fossimo trattati dagli altri, anche da coloro a cui abbiamo fatto dispiacere, con questi tipi di atteggiamenti di misericordia a scadenza, o giudizi, ecc.
E allora, che tipo di misericordia può davvero farci bene e fare bene? La misericordia con la M maiuscola, l’unica vera e totale Misericordia: la Misericordia che sempre ci viene donata, anche in modo personale, e totale, gratuitamente e sempre: la Misericordia di Dio, di un Padre che ci ama immensamente, e non sono favole, è la verità.
Noi a volte rifiutiamo di perdonare noi stessi e gli altri, consideriamo la misericordia a volte solo un gesto faticoso, o doveroso, e che si ferma al perdonare frettolosamente o superficialmente e basta.
Invece la Misericordia di Dio è anche un prendersi cura, innanzitutto con il cuore, dell’altro e anche delle sue miserie e limiti, anche dei suoi sbagli, delle sue resistenze al bene, alle sue parti che considera le peggiori.
Una Misericordia che non ci ignora, non gli basta perdonarci, ma ci rialza, ci risana nel cuore, e nell’anima, ci incoraggia, ci abbraccia, ha fiducia in noi, conta su di noi, e ci guarda nella nostra interezza, e non si sconvolge delle nostre paure, limiti, sbagli, non ci condanna neanche quando continuiamo a sbagliare, a rifiutarLo e a rifiutare di amare, incattiviti o arrabbiati, chiusi e ripiegati su noi stessi e sulle nostre amarezze e sulla nostra voglia di ripicche quando siamo molto dispiaciuti. E’ una Misericordia che non tiene il conto di quante volte sbagliamo per farcelo pesare, ma che vede noi, ama noi, e vede anche i nostri sbagli, le nostre chiusure, e attiva il Suo Amore, il Suo Cuore per aiutarci, per incoraggiarci, per perdonarci e per starci vicino, così come siamo, anche nei momenti peggiori della nostra vita e dei nostri modi di reagire e vedere noi stessi e gli altri, e ci tiene per mano e ci aiuta anche quando non vogliamo fare la nostra parte e non Gli crediamo.
Una Misericordia che è Amore, interesse per noi, tenerezza, e che ci aiuta a vedere dove sbagliamo e cosa possiamo e dobbiamo fare per vincere il male con il bene, il male in noi prima di tutto, una Misericordia che anche quando ci fa capire dove sbagliamo permettendo che sbagliamo , che soffriamo per le conseguenze che da soli ci creiamo per i nostri sbagli nel cuore e con gli altri, non ci abbandona mai, non ci condanna, ma ha per noi quell’Amore forte, che corregge ma con Amore, un Amore immenso.
A volte non ci sembra possibile e vero un Amore così misericordioso per noi, così attento, a volte preferiamo credere a un dio che si vendica, che perdona ma ci guarda male o non ci vuole vicino se abbiamo sbagliato, perché siamo noi che ragioniamo con il criterio dei meriti: spesso ci convinciamo che meritiamo amore, perdono, attenzione, aiuto solo se siamo bravi, buoni, se cambiamo subito e se riusciamo, insomma se siamo perfetti! E ci convinciamo che possiamo davvero stimare, amare, perdonare e aiutare gli altri solo se anche loro sono buoni, coerenti, bravi, disponibili e altruisti con noi, se ci aiutano sempre e per primi, insomma se sono perfetti! Noi siamo stati amati e siamo amati da Dio in modo gratuito, e totale, ed è questo Amore che ci aiuta anche ad aver voglia di cambiare, di ricominciare, di ritrovare coraggio, fiducia, speranza, di voler vedere i nostri sbagli e cambiare.
Prima di scegliere un tipo di misericordia, ricordiamo sempre che la Misericordia, quella vera, sceglie noi. Sceglie ognuno di noi, così come siamo, nel punto esatto della nostra vita e del nostro cuore. Possiamo essere davvero misericordiosi, perché siamo stati perdonati e amati e siamo perdonati e amati da Dio. Possiamo permetterci la libertà interiore e la gioia di amare anche chi sembra ignorarci, non stimarci, non cercarci, non capirci, senza far dipendere il nostro amare davvero da come si comporta l’altro, così come vorremmo fosse fatto a noi dagli altri, e così come Dio fa con noi, per Lui siamo sempre preziosi, anche quando sbagliamo, anche quando sbagliamo tanto. Caro lettore, non perderti la gioia di accogliere la Sua Misericordia, non chiuderti, apriti al Suo Amore, ricomincia ad amare te stesso e gli altri, anche nell’aiutarli a correggere i loro sbagli e a correggere i tuoi sbagli, con scelte e azioni nuove, pensieri nuovi, decisioni nuove che portino davvero agli altri, e quindi anche a te stesso, amore, vicinanza, pace, e…Misericordia.
