La forza dei piccolissimi semi
…A volte…ci sembra tutto troppo: troppo faticoso e difficile cambiare qualcosa, troppo grandi i problemi che stiamo affrontando, troppo poche le risorse e le forze che sentiamo e pensiamo di avere, troppo lungo il tempo che serve per vedere risultati e frutti di qualcosa o in qualcuno…e siamo tentati a volte di credere che sia più facile gettare la spugna, rimandare, smettere di provare, di ricominciare, ci sembra più veloce e facile rinunciare a sperare che possiamo fare qualcosa di diverso, di buono, di utile, perché abbiamo tentato tante volte, e ormai….
La parola “ormai” è un peso che mettiamo addosso al nostro cuore, guardando noi stessi come persone incapaci, o sfortunate, o persone solo incomprese; la parola “ormai” è un peso che mettiamo addosso agli altri, all’altro, pensando che “è fatto/fatta così”, e che ci vorrebbe troppo per provare a fargli capire alcune cose, a migliorare la comunicazione e il rapporto con lui/lei, non vale la pena usare tante energie e tempo….
Il “tutto è troppo”, l’”ormai” sono concetti e pensieri che preferiamo rendere parte della nostra vita e del nostro cuore quando puntiamo come scopo della giornata e della nostra vita al poter avere subito tanti e sicuri risultati positivi, quando vogliamo avere rassicurazioni “prima” di impegnarci per migliorare noi stessi e le situazioni, quando pensiamo che saremo bravi, piacevoli, amati e capaci solo se potremo dare un grande aiuto, solo se ci sentiremo utili e faremo capire agli altri quanto siamo utili, solo se vediamo che l’altro cambia, ci viene incontro, ci capisce, ci apprezza, ci cerca.
Ma quando tutto questo non avviene, o non avviene subito, quando proviamo e riproviamo ma cadiamo sempre negli stessi errori, e niente sembra andare per il verso giusto, niente sembra poter cambiare in meglio, allora ci sentiamo sovrastati dal peso della vita e delle situazioni, dal peso anche che a volte sentiamo di essere per noi stessi, e iniziamo a scoraggiarci, arrabbiarci, rabbuiarci e rattristarci.
E quando il tanto bene, il tanto facile e bello non ci sono o non si vedono, quando sembra solo tutto fermo, inutile, impossibile, troppo faticoso e difficile, quando ci sentiamo soli ad affrontare tutto, quando gli altri proprio non ne vogliono sapere di aiutarci, di ridarci serenità, attenzione, tempo, e pensano solo ai fatti loro, ecco che il “tutto troppo “l’”ormai” sembrano ancora una volta gli unici veri protagonisti della nostra vita e della nostra situazione, sembrano le uniche verità, e ci domandiamo arrabbiati delusi dov’è quel Dio di Amore di cui sentiamo parlare o a cui credevamo, che Dio è un dio che permette che soffriamo cosi tanto e che ci sentiamo così impotenti, e perché proprio quando ne abbiamo più bisogno sembra solo essere a volte indifferente…
“A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».” (Matteo 4,30-32)
Ecco una buonissima notizia, per ognuno di noi: possiamo coltivare e seminare semi, piccolissimi semi, di speranza, di amore, di possibilità, possiamo ricominciare da atti, passi e pensieri piccoli, piccolissimi, ma che hanno già in sé, come un granellino di senape, la forza, la “potenza” di poter fare frutto, molto frutto, che hanno in sé la forza di rialzare prima di tutto noi stessi, hanno in sé la possibilità di aprire “strade” nuove, nel nostro cuore e nelle situazioni, per affrontarle in modo diverso, per poter costruire dove non eravamo riusciti a costruire niente.
Per poter fare questo è necessario cambiare il nostro modo di considerare e vedere le cose, gli altri, noi stessi, le situazioni: è necessario e possibile che impariamo a considerare importante ciò che sembra troppo poco, ciò che sembra quasi nulla, inutile, poco evidente e poco “potente” per migliorare qualcosa. Eppure… eppure possiamo ritrovare una piccola grande “strada” nel nostro cuore, per ricominciare a impegnarci, a collaborare, a guardare noi stessi, gli altri e le situazioni, compresi i problemi, non solo come pesi che ci vogliono annientare, ma anche come “luoghi” dove seminare, dove continuare ancora di più a seminare piccolissimi semi, anche tra le lacrime, anche mentre sentiamo fatica, anche mentre la nostra sensibilità birichina ci vorrebbe convincere che è troppo poco, quindi inutile, che non possiamo affrontare le situazioni, che non saremo mai sereni, e chi più ne ha più ne metta!
Coltiviamo granellini di senape, semi piccolissimi di atti di amore: uno dei primi frutti, è che iniziamo a ritrovare un po’ di fiducia, un pò di speranza, iniziamo a vedere che ci sono possibilità anche per noi per affrontare anche ciò che è difficile con un atteggiamento e con scelte diverse.
Cosa vuol dire in pratica coltivare semi e non puntare a megapiante e alberi già pronti e ben fatti, e iper produttivi? Vuol dire accettare che non abbiamo bisogno di saper fare tutto, e subito, vuol dire accettare che siamo belli, amati e preziosi anche così, in mezzo a tempeste, problemi, fatiche, paure, fughe e limiti.
Se aspettiamo l’albero della perfezione, se aspettiamo di avere perfette e immense capacità e volontà per cambiare, per migliorare, per imparare, per amare, per perdonare e dialogare, per ascoltare, comprendere, collaborare, aiutare, allora rischiamo di aspettare tutta la vita, e di perderci tanto, troppo.
Per poter coltivare semi piccolissimi, ma che hanno in sé una grande forza e bellezza, è necessario seminare nel nostro “qui e ora”, stare nel nostro presente, con amore; è necessario cambiare un po’ il nostro modo di considerare e vivere il tempo: a volte infatti consideriamo utile ed efficace amare, aiutare, ascoltare, solo se c’è il tempo con l’etichetta “tanto tempo, tempo speciale, tempo importante”, oppure consideriamo il nostro tempo, quello che stiamo vivendo nel qui e ora, come poco importante, come un “intervallo” tra una cosa speciale e importante e l’altra della vita.
Accettiamo di seminare nel “qui e ora” degli altri, di come sono gli altri, con i loro limiti, difetti, sbagli, e con la loro preziosità, senza pretendere di cambiarli, smettendo di etichettarli “abbastanza importanti, utili, piacevoli” solo se amano e solo se non hanno mai atteggiamenti di egoismo, solo se non ci deludono e non ci feriscono mai.
Molliamo gli ormeggi del nostro desiderio di controllare tutto, di essere prima rassicurati, capiti, amati, e realizzati in qualcosa per poter seminare.
A volte non sentiamo in noi forze e voglia di cambiare tutto, di fare tutto, di cambiare atteggiamento perché ci sembra troppo faticoso e lungo, e preferiamo non fare neanche quel poco che potremmo iniziare a fare.
Buttiamo via a volte “semi” piccolissimi, perché non crediamo alla forza che hanno in sé, perché non crediamo che ogni piccolo atto di amore per noi stessi e gli altri, ogni piccola, piccolissima decisione di cambiare atteggiamento e sguardo, e di ricominciare a costruire, hanno in sé una forza che può aiutarci a rialzarci e a guardare noi stessi, le situazioni, gli altri, in un modo diverso.
A volte siamo tentati di credere che Dio ci ami solo se daremo tanto e il massimo e il meglio di noi, a volte crediamo che Dio voglia e sappia amarci e aiutarci solo se amiamo tanto, solo se siamo buoni, solo se non sbagliamo troppo e spesso, solo se produciamo grandi risultati in ciò che facciamo e siamo.
Ma la Logica di Dio è quella bellissima del granellino di senape, Lui vuole e sa aiutarci, e ci ama in ogni istante, ci ama così come siamo, anche quando non ci sentiamo meritevoli di amore, o bravi, o buoni. Mentre noi davanti al poco e piccolissimo preferiamo trascurare, svalutare, e scoraggiarci, Dio, il nostro Padre pieno di Amore per noi, sa far fruttificare amore, meraviglie, doni per noi stessi e gli altri anche da semi piccolissimi, anche da un piccolissimo, sincero nostro desiderio di ritornare nell’Amore, nel Suo Cuore, che sempre ci avvolge, siamo noi che a volte non vogliamo crederci.
Ma….possiamo sempre crederci!
“Gli apostoli dissero al Signore «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. (Luca, 17,5-6)