No al buio, si nel buio
…E poi, d’improvviso o lentamente, succede a volte un “buio” nella tua vita caro lettore, come a volte succede nella mia vita, in modi e tempi e situazioni a volte diverse, ma sempre buio è. Un buio fitto. Un buio nel cuore, un buio nelle situazioni intorno a noi.
Di che buio sto parlando caro lettore? Di tutte quelle situazioni di sofferenza, fatica, non chiarezza, di tutto quel male che a volte ti piomba addosso da parte di qualcuno, o nel cuore da parte anche di te stesso, una specie di tentazione di “non senso” davanti a problemi che ti sembrano solo enormi e senza possibilità di affrontarli con almeno un po’ di speranza o di fiducia in qualcosa che migliorerà.
Ti è mai successo?
A me, nella vita è successo più di una volta, e a volte succede ancora. Il buio di cui scrivo qui è quel buio dove c’è un problema, una perdita, una sofferenza che non passa, uno sbaglio che non si riesce (non si vuole) perdonare a se stessi o agli altri, una situazione pesante e diversa da come speravamo quando ci siamo impegnati per averla o raggiungerla, e ogni “buio” che in qualche modo sembra avere il potere di togliere speranza, gioia, fiducia, e sembra togliere anche la possibilità di amare se stessi e gli altri.
Quando si vive un buio di questo tipo, per un periodo breve o lungo, ho notato che una delle tentazioni che si hanno è credersi e sentirsi soli: soli anche se amati dai propri cari, soli anche se ci sono situazioni e cose intorno a noi e dentro noi ancora belle, possibili, tranne magari quella situazione, quel o quei problemi, quella difficoltà in noi o negli altri che ai nostri occhi inizia a sembrare qualcosa che “per forza” può avere solo il potere su di noi e la nostra vita di distruggere tutto o quasi, o di togliere tutta la possibilità di gioia, di ricominciare anche con se stessi, di fare qualcosa di buono e utile.
E in quel buio, sembra ci sia solo quello, e il rumore del silenzio assordante di Dio sembra confermare che non si può fare niente per affrontare la o le situazioni in modo diverso. E in alcuni momenti o periodi, sembra quasi che anche pregare, supplicare Dio sia inutile, sembra quasi che anzi aumenti la solitudine interiore e tentazione di sentirsi abbandonati e non amati e aiutati anche da Dio.
A volte forse anche tu, caro lettore, in quelle situazioni interiori ed esteriori sei tentato di fermarti, di non provare neanche più a farti capire, a capire, a cercare di risolvere qualcosa, o ti sembra di non poter neanche amare gli altri e te stesso “finché” non si risolve quel problema , quel dolore, quella situazione …
cosa fai in quei momenti o periodi? cosa scegli di fare?
Durante quel buio, che a volte sembra solo farlo apposta a peggiorare, dove addirittura in certi momenti sembra che “piova sul bagnato”, e che ci siano peggioramenti anche dove le cose andavano un po’ meglio, penso che dal nostro profondo emerga un grande, grandissimo NO.
Un no a tutta quella sofferenza, un no a credere che possiamo fare comunque qualcosa per migliorare almeno un po’ qualcosa di noi stessi, o una situazione anche pratica, e preferiamo dire no al continuare ad amare e costruire un bene perché ci mettiamo in attesa che qualcosa cambi, che gli altri o l’altro prima facciano un passo verso di noi, che quel problema si sbrighi a risolversi o ad andarsene dalla nostra quotidianità. E ingaggiamo una specie di “lotta” con il buio, con i problemi, con il dolore, convinti che più diremo solo no al buio(arrabbiandoci, chiudendoci, scoraggiandoci, cercando scorciatoie non buone per evitare il dolore) più il buio si allontanerà ….
E diciamo spesso in quei momenti, a me capita, un no anche a Dio, sembra quasi di sentirsi presi in giro da Dio, e allora sembra più facile e meno doloroso attendere nella nostra rabbia o nel nostro scoraggiamento che Dio intervenga, che gli altri risolvano, che le situazioni cambino e presto, che tutto prima sia più chiaro e comprensibile. Tante, tante volte ho sperimentato, caro lettore, che questi atteggiamenti che scelgo (a me a volte sembra di non sceglierli ma in realtà sono io che scelgo di affrontare le situazioni dicendo no) non solo non mi aiutano a migliorare le situazioni o come mi sento e la mia interpretazione di ciò che sta accadendo, ma anche che più evito di affrontare con amore quel buio, più sto male, più aspetto che le situazioni e la vita mi dicano o mi ridicano “si” a ciò che vorrei in quel momento, più mi scoraggio e mi sento sola e arrabbiata.
In quei momenti e periodi quello che aiuta me è un mio dire SI nel buio: non intendo assolutamente dire si al male o alla sofferenza, ma intendo scegliere lo stesso, anche se sto soffrendo, anche se sono scoraggiata, e mi sembra che Dio non ci sia o non mi aiuti, di amare, di cercare di costruire il bene e di allontanare il male, sia in me, sia fuori di me.
Certo molte volte non è possibile togliere la sofferenza e il male , certe volte si sta in notti molto lunghe dove sembra non ci siano neanche indizi di stelle e timidi bagliori di aurore e albe, eppure
… eppure solo se anche in quei bui e notti scelgo ancora di amare, di fidarmi di Dio, di continuare a pregarlo, anche se tutto sembra farmi credere che a Dio non importi di me o che non ci sia, solo quando continuo imperterrita a fare piccoli o piccolissimi passi nella direzione del continuare ad amare, a cercare anche concretamente di migliorare situazioni anche pratiche, o di mettere speranza anche nel mio ricominciare con me stessa e con gli altri, e con Dio, anche se non vedo, anche se non mi sento in quei momenti serena e fiduciosa, allora inizio a intravedere di nuovo un piccolo spiraglio di luce, a volte non perché si sta risolvendo una situazione o perché il male non c’è più, ma perché inizio a cambiare io il modo di vedere e affrontare quel dolore, quel buio, quella situazione.
E allora, posso davvero dire “si” all’amare comunque, al costruire, posso dire “si” a Dio (offrendoGLi anche la mia sofferenza che mi sembra a volte intollerabile, e offrirgliela per amore davvero porta un po’ di pace nel cuore) si al continuare a credere e a fare la mia parte per amare, e posso così scoprire o riscoprire che spesso o sempre il dolore stranamente può convivere con una pace interiore o serenità, la sofferenza e i problemi possono convivere contemporaneamente a libertà interiore e fede e all’essere amatissima da Dio anche in quel buio.
NO al buio, cosi doloroso e brutto, ma SI, si a darmi la possibilità ( e me la posso dare solo io, nessuno me la può dare al posto mio) di amare, costruire e diminuire il male o toglierlo, fidarmi, sapendo che la notte non è una fine, ma l’inizio dell’alba….