Maria, non riesco ad avere grande fiducia in tuo Figlio Gesù
Cara Maria, ho un’altra tentazione di sentirti “lontana” e sentirmi io “lontana” da te: certo che in fondo in fondo non ti deve essere stato troppo difficile avere piena fiducia in Gesù, e nel Signore, visto che vivevi con Gesù! Immagino che bella vita intensa, mai banale, e soprattutto per te con la certezza costante che Dio ti amava, anche perché stavi accudendo Suo Figlio! E ti invidio un po’: per le tue giornate sempre speciali, per il rapporto di intimità, serenità e vicinanza così forte con Gesù. Non avrai dovuto faticare molto almeno lì, ce Lo hai avuto pronto per te, per aiutarti e capirti per circa trent’anni! Forse allora non puoi capire le mie fatiche, il mio continuo dubitare della Sua vicinanza nei miei confronti. E poi, abituata a una vita così speciale, puoi mai capire le mie esigenze e quelle delle altre persone? Certe volte penso e credo che la spiritualità sia qualcosa di troppo lontano, freddo, pesante e opprimente, quasi fuori moda, non collegata con le esigenze vere mie e delle persone a cui tengo. Mi immagino spesso il rapporto con Dio e con tuo Figlio Gesù come qualcosa a cui ricorrere soprattutto se si è proprio nei guai e non si sa più come fare. Immagino che ci si possa parlare per cose “gravi”, non per sciocchezze. Cioè, per me la mia vita non ha sciocchezze, è fatta di tanti momenti, tutti importanti, di cose anche molto concrete, e le mie esigenze, la mia voglia di gioia, di festa, di vita e allegria sono tante. Ma posso davvero credere che Gesù mi può capire? Che ci tiene a me anche nelle cose che sembrano meno “spirituali”, meno serie, più pratiche e quotidiane? Gesù si sapeva divertire? E vuole per me una vita divertente, allegra, o una vita seriosa e lontana dalle gioie della vita, una lista di continui doveri e rinunce? Se è così non ci sto, non ci riesco, non ce la faccio, non voglio! … sono un essere umano!
“Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo0e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.”.(Gv 2, 1-11)
Maria, tu hai tutta questa attenzione alle cose piccole della vita?
Tu hai notato che mancava il vino! Una bevanda, qualcosa che serve per dare più allegria ad una festa! Cara Maria, mi si riscalda il cuore nello scoprirti, riflettendoci bene, così pratica, così attenta ai più piccoli particolari ed esigenze delle persone. Allora puoi capirmi, allora non è vero che sei presa solo da cose troppo alte e lontane da me e dalla mia vita! Ti immagino, presa e coinvolta per tua scelta anche in un “problema” in realtà così piccolo, rispetto ai grandi problemi e tragedie. Un problema che tratta di un tema che potrebbe sembrare addirittura superfluo, superficiale, inutile rispetto ad altri problemi e urgenze.
Ma tu capisci, col cuore profondamente sveglio e attento alla vita di quelle persone, che era importante anche il vino, in quella festa, anche come simbolo di allegria e festa.
Ti guardo, con gli occhi del mio cuore, che ti muovi fiduciosamente verso tuo Figlio Gesù, quel Figlio che tu conosci così bene, e in modo assertivo, semplice e chiaro gli dici: “Non hanno vino”…. Quante volte, ora intuisco, tu hai detto a tuo Figlio Gesù, per ognuno di noi, in modo speciale,” non hanno vino”: non hanno vino, non hanno gioia, non hanno speranza, non hanno più quel desiderio di vivere con serenità, con amore, non hanno più quei beni materiali che servono per vivere, non hanno un obiettivo, non hanno più il senso della loro vita nel cuore, non hanno più … posso aggiungerci quello che io “sento” e credo di non avere o di non avere più …
Si, tu ti muovi, vai dritta da tuo Figlio, perché ci tieni tantissimo a noi, a me, proprio a me, così come sono con i miei difetti, le mie qualità, i miei egoismi, le mie chiusure, i miei desideri a volte così sbagliati, mal orientati, che fanno male prima di tutto a me.
Ma tu per me ti muovi.
Tu per me vai subito da Gesù, anche se non sai ancora cosa ti risponderà.
Ma ci vai con grande fiducia in Lui, e nella sua possibilità di fare un miracolo,
di operare meraviglie.
Anche se gli altri non si muovessero per me, tu per me ti muovi, sempre, anche quando, e sono tante le volte che non me ne accorgo, anche quando io non ti cerco, ti dimentico, non ti voglio, ti allontano, anche quando non penso che tu sia una persona importante, non ho ancora affetto forte e amicizia solida per te.
Che persona meravigliosa sei, Maria! Sicuramente mi verrebbe da pensare che Gesù ti risponda, con grande affetto e devozione filiale: “Certo, si cara mammina, tu hai fatto tanto e fai tanto per me, ti sono tanto debitore, e mi sembra il minimo accontentarti, anzi, brava che ti sei accorta di ciò di cui hanno bisogno! Ottima idea!!” e invece…
E invece Gesù, tuo Figlio, il Figlio che tu hai accettato, accolto, amato a cresciuto con tanto amore e dedizione, che fa?! Ti risponde, quasi con tono secco, asciutto, quasi infastidito, almeno così sembra, e ti dice:
“Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”…(Gv. 2, 4)
come come?
Non capisco. Ma immagino che qualunque altra mamma, al tuo posto, davanti ad una risposta del genere di suo figlio, si sarebbe prima dispiaciuta, addolorata, e poi “leggermente” arrabbiata per la mancanza di “rispetto” del figlio, per il modo duro da “ingrato” con cui si sarebbe sentita trattata…. E certo si sarebbe chiusa in un mutismo e col muso per far pesare al figlio come stava male, oppure sarebbe partita in rimproveri, polemica richiesta di spiegazioni, tentativi di farlo sentire in colpa sottolineandogli come si sente ormai inutile, poco amata, ecc. ecc.
Ma tu ti sei immedesimata in tuo figlio Gesù, lo hai compreso, hai capito profondamente le
Sue parole e il contenuto che esse volevano esprimere: Gesù, che è carne della tua carne, parla in realtà CON te, con confidenza e schiettezza, non A te, infatti è come se ti domandasse: “Cosa vogliamo fare con te, o donna per questa umanità? “Tu lo sai che Lui si sente già insieme a te, e ti coinvolge talmente tanto nella Sua missione di Amore anche perché “sa” che tu capisci nel profondo la Sua domanda, comprendi che Lui non dava ancora il “vino nuovo” perché doveva manifestare prima un miracolo più grande già avvenuto con l’Incarnazione, quello più importante di tutti, quello senza il quale non “potevano” avvenire gli altri: l’unione e la riconciliazione fra Dio e l’uomo. Tu non ti spaventi, non interpreti male le parole di tuo Figlio. Tu infatti sai che Lui vuole costruire vicinanza, anche usando una espressione che era una espressione di distanza, di separazione ma che qui è un comunicare profondo con te.
Tu sai e vuoi capire tuo Figlio in ciò che ti dice, sai perché si rivolge a te cosi,
tu non ti sei sentita sminuita, “spodestata” dal tuo ruolo (o …potere?) di mamma.
Ma tu, hai messo il Signore, la fiducia in Dio, quello che vuole per te Dio al primo posto, certa che vuole il tuo bene, la tua realizzazione.
Quante volte, invece io rimango turbata dalle risposte che mi danno gli altri, e dalle risposte brusche, che non dicono quello che io vorrei sentirmi dire, e più mi offendo, mi chiudo, cerco di far pesare a quella persona quanto mi ha ferito, e anzi arrivo a pensare a volte ”come si permette?”. Quante energie spreco tante volte per “arrotolarmi” in me stessa, scoraggiarmi, etichettare la persona che mi risponde in modo diverso, che non mi fa un favore, che non fa come dico io, come una persona “cattiva”, che non mi vuole bene, che è stata influenzata da qualcuno perché prima non era così …e quante occasioni vivo anche io, nelle mie giornate, nelle quali le persone, soprattutto quelle a cui tengo di più e dalle quali mi aspetto sempre affetto, comprensione, amore, sollecitudine nei miei confronti, aiuti, attenzione, spesso mi feriscono, mi fanno sentire sola, poco capita, appesantita nelle responsabilità delle cose, delle decisioni. E molto spesso reagisco (o meglio, decido di reagire, perché in fondo potrei sempre scegliere come reagire-agire) ferendo quelle persone anche io, allontanandomi, imponendo le cose da fare, rimproverandole anche aspramente (magari convinta che sto solo esprimendo un po’ di tensione o dolore, e in realtà non mi accorgo che le sto “aggredendo” per farle sentire in colpa o perché sono convinta che solo così mi daranno davvero retta)….
“Non è ancora giunta la mia ora” ..(Gv. 2, 4). Bisogna ammettere che una spiegazione Gesù te la dà: non è ancora venuto, secondo Lui, il momento in cui può iniziare a fare miracoli, manifestarsi agli altri per quello che è, il Figlio di Dio … sta rifiutando di fare già un miracolo, intervenire, non è il momento. Anche questa risposta poteva frenarti, Maria, chiunque forse si sarebbe “ritirato” mogio mogio, quasi sentendosi in colpa di aver involontariamente provato a forzare i tempi, si sarebbe frenato, visto che lo diceva nientedimeno che il Figlio di Dio, Dio in persona!
Inutile insistere, cercare di fare qualcosa, sarebbe stata la tentazione di pensare rassegnata e delusa…
Invece, tu mi meravigli ancora una volta: credi fortemente che Gesù è sensibile, attento, che ama anche Lui quelle persone, e che quindi farà qualcosa per loro. Tu conosci profondamente il Cuore di Tuo Figlio, sai quanto è buono, quanto in realtà ci tiene ad ognuno di noi, quanto sa e vuole gustare la vita, e quanto vuole aiutare ogni persona ad amarla, gustarla, essere felice, con un cuore allegro, sereno. Tu non ti fermi all’apparente rifiuto di Gesù, continui a credere fortemente e tenacemente che Lui ascolta, Lui interviene, Lui ama, Lui desidera fare cose buone per ognuno di noi, anche quelle che sembrano inutili, superficiali o poco importanti. E, con dolce serenità e forza interiore, con fiducia fedele dici ai servi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela.”.(Gv. 2, 5)