Perché ho bisogno a volte di non essere contenta

Non so  se anche  voi a volte vedete  in alcuni periodi della vostra vita e della vostra giornata poche occasioni per vivere la gioia, e  vi accorgete   improvvisamente che in  realtà  il problema non è non poter  scegliere di essere contenti, ma l’atteggiamento che scegliete in quel momento o periodo.

A me capita.

 Essendo poi io una bravissima “lamentatrice” quando qualcosa non va,  credendo e ricredendo ogni volta che lamentandomi e scoraggiandomi  sono più attenta a  vedere i vari lati di una situazione negativi che potrebbero altrimenti sorprendermi se non li prevedo, potete immaginare  che faticaccia faccio ogni volta che decido di lamentarmi e scoraggiarmi invece di concentrarmi su cosa fare di buono e costruttivo che non solo porti un po’ di bene in più, ma che come conseguenza piacevole mi  faciliti anche la rinascita di gioia e serenità dentro me.

A prima vista sembrerebbe che tutti siamo solo logicamente convinti  che vivere gioiosamente e scegliere atteggiamenti positivi sia meglio.

Ma nella quotidianità io per esempio mi accorgo a volte che  mi autoboicotto.  

Perché se so in teoria e di fondo che se sorrido di cuore ai miei famigliari, agli amici e  conoscenti costruisco subito un clima più bello e sereno e sembro più amabile, perché mi chiedo invece spesso o a volte nei fatti mi capita di sorridere poco, come se percepissi che sorridere fosse quasi “pericoloso”?

Perché spesso invece di valorizzarmi al massimo e dare di me una immagine al meglio, solare come sarei di fondo, tendo a nascondermi dietro atteggiamenti sulla difensiva o apparentemente freddi, tipo principessa rinchiusa nella torre di se stessa?

Se ho sperimentato ahimè spesso con sofferenza e stupore iniziale che questi atteggiamenti non attirano molta gioia anche da parte delle persone nei miei confronti perché continuo a usarli?

Non dovrebbe essere più logico, bello e normale e automatico fare di tutto per migliorare se stessi, far vedere il meglio di sé anche sia per stare meglio con se stessi sia per gustare le reazioni un pochino più calorose e positive da parte degli altri?

Perché a volte apparentemente “grugnisco” anche a chi mi saluta con affetto e cordialità?

Mi autoboicotto.

Con una parte di me voglio assolutamente gioia, pace, cordialità, semplicità, allegria, ma con un’altra parte di me … ne ho paura.

Capita anche a voi di nascondere anche a voi stessi, in una parte del vostro cuore, la sensazione- certezza  che in fondo la lamentela, il pessimismo, lo stare sulla difensiva sembra proteggere da dolori improvvisi  e soprattutto sembra proteggere dalla sgradevole riscoperta che siamo un po’ più vulnerabili e fragili a volte di quanto crediamo?

Penso che permettersi di scegliere un atteggiamento gioioso di fondo, di speranza, di fede, sia qualcosa che sembra rischioso:  perché per  vivere con un atteggiamento solare,  gioioso di fondo bisogna attingere a risorse e caratteristiche personali  che noi stessi per primi conosciamo poco di noi, cosi troppo concentrati a volte sul prevedere per non soffrire, difenderci(anche da noi stessi), rimandare a tempi migliori, ecc.

 Quali “vantaggi” apparenti dà il non essere molto contenti di fondo?

Io ne ho individuati alcuni guardando a me stessa e  a ciò che a volte colgo delle persone, ma sono sicura che ognuno di voi ha la bravura e capacità di trovare e stanare altri apparenti “vantaggi”:

nel mio caso ho scoperto “vantaggi” tipo : mi può essere  evitato di chiedermi di impegnarmi nelle cose da fare, visto il mio atteggiamento triste e sconfitto, posso rimandare con più scuse con me stessa e con gli altri le cose da fare perché non sono contenta, penso cosi di avere meno sorprese sgradite che non saprei secondo me affrontare, non rischio il rifiuto da parte degli altri se vado incontro a loro gioiosa e con un atteggiamento solare e affettuoso.

E  poi, mi rendo conto che ammettere con me stessa e con gli altri che sto un pochino esagerando a volte con il pessimismo,  e con il bisogno di cogliere soprattutto i dettagli e aspetti che non vanno e che sono per me negativi, ammetterlo toglierebbe in un battibaleno quell’apparente “gusto” di sentirmi incompresa, vittima della vita e delle cattiverie altrui, insomma  detto in un altro modo dovrei iniziare a rendermi conto che anche io faccio la mia parte, sia nel  peggiorare alcune situazioni anche con i miei atteggiamenti a volte non costruttivi e fiduciosi, sia nel non fare niente o quasi per migliorare me stessa e le situazioni.

E quello per cui sono anche arrabbiata con me stessa è che in realtà io sono e sarei una persona molto gioiosa e capace di esprimere gioia e solarità, e penso che per ognuno di voi sia cosi.

Ognuno con le sue caratteristiche.

Io a volte mi perdo tante occasioni piccole e grandi di gioia, di condivisione solare, di possibilità di affrontare la quotidianità in un modo diverso, più leggero e grintoso, gioioso, perché mi concentro troppo sui miei criteri, sui miei stati d’animo e convinzioni che a volte si fanno influenzare da qualche sofferenza che sto vivendo.

Vedo che riesco ad aver bisogno di essere contenta, ma senza l’ansia di esserlo a tutti i costi e sempre, (perché sarebbe impossibile visto che sono umana e molto imperfetta), quando ricordo che c’è Qualcuno che mi ama ed è felice che io esista sempre, ogni istante.

Un Qualcuno che non si fa mai influenzare dai miei atteggiamenti a volte ombrosi, dalle mie lamentele quando mi sento impotente a cambiare qualcosa, dal mio stare sulla difensiva, dalle mie ansie e paure: Dio.

Lui mi ama, Lui ti ama e ci ama, cosi come siamo, anche mentre abbiamo la convinzione che sia meglio non esprimere troppa gioia, non essere troppo contenti che altrimenti chissà che succede

… già perché vedo che stare nella gioia e contentezza a volte diventa per me tentazione per temere chissà quale tremenda tempesta si abbatta nel giro di poco tempo su di me, come una strana forma di “punizione” per aver osato credere che la gioia è possibile, e aver anche rischiato di farla vedere a me stessa e agli altri.

Quando sono così distruttiva io non credo in Dio  e nel Suo Amore gioioso per me. Inutile che mi racconto che credo sempre, no.

Ma so che Lui mi ama anche in quei momenti per me tremendi e bui, Lui non si sconvolge, non si scandalizza del mio scegliere a volte il bisogno di non essere troppo contenta e solare … perché Lui mi ama e mi conosce davvero. E tifa sempre per me e per la mia gioia piena.

Articoli correlati