“Bisogna cambiare!”
…”Bisogna cambiare! Bisogna che avvengano cambiamenti in noi e negli altri di atteggiamento, di situazioni, che le cose vadano bene”… quante volte forse abbiamo pensato o pensiamo e diciamo così? E quante volte forse crediamo che un cambiamento in realtà non è possibile, e soprattutto che noi non possiamo fare granché se l’altro, se quella situazione, se quel nostro stato d’animo non cambia?
Come osserviamo ciò che va cambiato? In noi e in ciò che viviamo, e negli altri?
A volte può succedere, a ognuno di noi, visto che siamo creature imperfette, di guardare ciò che c’è nel nostro cuore, ciò che avviene nelle situazioni e nel cuore degli altri con una convinzione-impotenza di passività: pensiamo cioè che “qualcuno” deve cambiare questa situazione, “qualcuno mi deve rasserenare e dare gioia così starò meglio e avrò la voglia e la forza, la gioia di impegnarmi, di cambiare qualcosa, amare”, “qualcuno” deve darsi da fare e cambiare anche concretamente ciò che va cambiato, e se quel “qualcuno”, (che noi identifichiamo con un nostro caro, un nostro parente, amico, conoscente, o con la vita in generale che deve “risarcirci”) non lo fa e proprio non lo vuole fare per noi, allora vuol dire che niente può cambiare, che tutto peggiorerà,
e noi iniziamo a sentirci “vittime” della “cattiveria” e indifferenza dell’altro, degli altri, iniziamo a far dipendere il nostro comportamento (e la nostra voglia e possibilità di amare e trattare bene, con empatia) verso di lui/lei da ciò che lui/lei è disponibile a fare o non fare per noi o per coloro a cui teniamo, e iniziamo a reagire a ciò che fanno o non fanno gli altri verso di noi nello stesso identico modo, se non peggio, che gli altri usano verso di noi: se non ci accolgono, non accogliamo, se non ci salutano, non salutiamo, se non ci aiutano in qualcosa, non li aiutiamo, convinti che non lo meritino (nella concezione del “ti do’ solo se tu mi dai” questa convinzione sembra molto logica e giusta), se non ci parlano e non ci cercano, non li cerchiamo e non proviamo a parlare con loro, se non ci sorridono e non ci ascoltano, non proviamo neanche a capire con loro come stanno e perché dicono o fanno qualcosa nei nostri confronti…insomma, ci mettiamo dalla parte del “giusto” e “vittima” che più di così non può fare, che incolpa l’altro e le situazioni che sta vivendo se non collabora, se non ama, se si vendica, se si chiude ed esclude…
ma così, aspettando di amare solo se l’altro capisce che deve cambiare, solo se l’altro cambia nei nostri confronti, ci autoimprigioniamo in rancore, freddezza, ci abbrutiamo, ci riempiamo di orgoglio credendo che noi siamo i giusti e gli altri i cattivi, e iniziamo, spesso senza accorgercene, a togliere dal nostro cuore e dalla nostra vita una parte di amore, non capendo in quel momento che se togliamo amore all’altro, anche quando si comporta male, anche quando gli attribuiamo cattive intenzioni, indirettamente togliamo una parte e possibilità di amore anche a noi stessi…
“Bisogna cambiare!” ci diciamo e diciamo…e a volte, davanti a situazioni cristallizzate, in famiglia, tra parenti, tra amici, tra conoscenti, davanti a mancanze di dialogo vero e profondo, davanti a incomprensioni, davanti ai problemi e alle sofferenze ci rassegniamo, convinti che non si può fare niente, che abbiamo già provato tutto per stare meglio, ci convinciamo che non dipende da noi poter migliorare qualcosa, o che noi non abbiamo possibilità risorse, capacità, tempo per cambiare qualcosa in meglio, forse perché in fondo in fondo nel nostro cuore alberga birichino e comprensibile il profondo desiderio di saper e poter cambiare tutto e subito, di riuscire e basta, senza errori, senza imperfezioni, senza ritardi o passi indietro, senza imprevisti e dolori e fatiche…e senza delusioni… e così stiamo “fermi”, e così ci chiudiamo in attesa di qualcosa o “qualcuno” che faccia qualcosa, che ci tolga dal cuore e da quella situazione dolore, problemi, fatiche, incomprensioni, senso di impotenza….
“Bisogna cambiare!”, ci diciamo e diciamo, e lo diciamo e lo pensiamo a volte anche quando crediamo che possiamo cambiare qualcosa in noi e nelle situazioni e con gli altri solo se gli altri, solo se l’altro ci capisce, solo se l’altro ci dimostra prima collaborazione e amore, solo se veniamo incoraggiati, aiutati, solo se prima ci siamo sentiti visti, apprezzati, capiti… e a quel punto andiamo a volte a due estremi: o ci imponiamo, imponiamo il nostro aiuto, le nostre decisioni, il nostro agire, le nostre idee, imponiamo la nostra presenza e i nostri desideri, convinti che “dobbiamo” fare così altrimenti l’altro non si smuove, non capisce, non collabora, non cambia, non farà niente, o…..ci teniamo lontani, (lontani come distanza fisica ma anche lontani col il cuore e i pensieri), lontani dall’altro, che tanto secondo noi non ci capirà mai, non cambierà mai niente perché è strano, irrecuperabile, testardo, cattivo, chiuso, indifferente, finché l’altro non cambia e non ci dimostra di aver cambiato atteggiamento.
“Bisogna cambiare!” pensiamo, e diciamo, chiedendo anche indirettamente agli altri e alle situazioni che cambino, che si diano da fare, perché noi non sappiamo come fare, non possiamo, non riusciamo, e soprattutto convinti che non tocca a noi cambiare, che abbiamo già fatto tanto, e che ora ci lasciassero in pace… e desideriamo a volte che le situazioni, le cose, i problemi, abbiano una specie di “teletrasporto” incorporato per muoversi, sbrigarsi, cambiare, sistemare, agire, aprirsi o smettere di fare il male… e cosi ogni volta rimaniamo delusi e ci sentiamo sempre più impotenti e arrabbiati.
“Bisogna cambiare!” pensiamo e diciamo, e spesso lo diciamo anche a Dio, proviamo a dirGlielo, proviamo a pregarlo, supplicarLo, Gli chiediamo di cambiare all’istante ciò che ci fa soffrire,
Gli chiediamo di convertire quella persona, di agire per cambiare ciò che non è giusto, e quando questo non avviene, quando tutto sembra solo peggiorare, in noi, negli altri e nei problemi e situazioni, allora smettiamo di cercare Dio, allora smettiamo di pregarLo, di provare a crederGli e seguirLo, convinti che se Dio esistesse, e soprattutto se ci amasse come dice di amarci, avrebbe già fatto qualcosa di evidente, avrebbe già risolto quella situazione, avrebbe già aiutato, avrebbe già cambiato tutto ciò che ci fa soffrire in noi e negli altri e nelle situazioni…e quel punto pensando così è facile, facilissimo cedere alla tentazione di allontanarsi da Dio, di non crederGli più, di sentirci soli, non amati, non voluti da Dio….
“Bisogna cambiare!”…si, bisogna cambiare, bisogna che ricominciamo, in prima persona, ad amare gratuitamente, senza aspettarci o pretendere il contraccambio, bisogna che, se vogliamo essere nella gioia e nella pace interiore, togliamo la prigione interiore in cui a volte ci rinchiudiamo quando non vogliamo perdonare, quando non perdoniamo noi stessi, quando amiamo solo se e quando gli altri ci amano, quando smettiamo di fare la nostra parte, anche se ci sembra piccola, quando non accettiamo l’umiltà di cambiare a piccoli passi, piccoli, piccolissimi passi possibili, a volte lenti, a volte che tornano indietro per paura e scoraggiamento, quando non accettiamo di sbagliare anche noi, e che gli altri possano sbagliare anche più volte anche sullo stesso punto, quando decidiamo che “ormai”, e che niente valga la pena, perché crediamo più forte il dolore e la fatica del cominciare a cambiare e ad amare veramente, del dolore di fondo, molto più logorante anche se sembra meno acuto e forte, che scegliamo senza accorgerci perché già lo conosciamo, perché ci illude di poter tenere tutto sotto controllo, perché ci illude di stare più comodi, e perché in fondo in fondo…abbiamo tanta paura di cambiare a volte…
“Bisogna cambiare!”, si, si può, non in tutto, ma in tanto, in molto più di ciò che in questo momento crediamo. È comprensibilissimo che spesso, se Dio non ci dà ciò che vorremmo, se non interviene a cambiare tutto e come vogliamo noi, noi siamo tentati di non credergLi più e di sentirci abbandonati, non amati,
ma….in realtà Dio ci ama, in realtà Lui ci aiuta, anche se spesso in modi e tempi diversi dai nostri, da come faremmo noi. Lui è con noi, non ci molla, ci sta amando anche ora, in questo momento e punto esatto della nostra vita, anche se a noi può non sembrare.
Si tratta anche di una questione di…fiducia: ci fidiamo o no di Dio?
O ci fidiamo solo se agisce come e quando vogliamo noi? siamo disposti e disponibili a mettere in campo un granellino di senape di fede verso di Lui, anche se sembra tutto andare solo male, e a provare a scoprire se Lui sta già facendo qualcosa per noi, e scoprire che siamo noi che non ce ne accorgiamo, che non vogliamo accorgercene, perché concentrati solo sul voler risposte, aiuto, vicinanza nei modi che noi siamo convinti siano quelli migliori per noi? Lui ci conosce meglio di noi stessi, Lui sa come aiutarci, ed è disposto anche a lasciarsi giudicare da noi, quando non capiamo come ci sta aiutando. Come capire che Lui è con noi e ci sta già aiutando?
Non ho ricette prestabilite, ma posso dirvi cosa aiuta me, quando non mi chiudo nel mio egoismo:
tutte le volte che cerco di ricominciare a fidarmi di Lui anche se e quando non sento la Sua vicinanza, tutte le volte che decido che quel dolore, quello scoraggiamento, quella rabbia o problema voglio e posso darli a Lui, con fiducia, che ne farà qualcosa di buono, tutte le volte che provo a rimettermi ad amare, anche in piccole cose, anche poco, senza aspettare di essere perfetta (non lo sarò mai), senza aspettare che si muovano prima gli altri, senza aspettare di aver risolto tutto o quasi in me e con gli altri, senza avere prima mille rassicurazioni da Dio, dagli altri e dalla vita, tutte le volte che semplicemente decido di ridare fiducia a Dio, o semplicemente mi rimetto ad amare (ascoltare, capire, perdonare, aiutare, lasciarmi aiutare e amare, raggiungere, farmi raggiungere, includere, sorridere, dialogare e creare ponti con gli altri, valorizzare l’altro, smettere di giudicarlo e criticarlo, ma amarlo, credendo nella sua bellezza e amabilità, incoraggiare, e tutto ciò che è amare davvero) senza mettere al primo posto le mie paturnie, il mio orgoglio, il mio guardare solo a come mi vedono gli altri, allora……qualcosa cambia, cambia davvero, prima di tutto in me, e riscopro che Dio è sempre stato qui, qui con me, mi ama, anche ora, e lo fa anche quando testarda e chiusa non me ne accorgo e non voglio accorgermene finché Lui non cambia le cose come vorrei io….