Cosa aspettiamo
… Cosa aspettiamo? Cosa aspettiamo quando crediamo che abbiamo fatto tutta la nostra parte e ora tocca solo agli altri? Cosa aspettiamo quando davanti a noi c’è qualcosa da riordinare, sistemare organizzare concretamente, e preferiamo invece credere in una parte di noi che le cose si muoveranno con una specie di “teletrasporto” e si auto sistemeranno da sole?
Cosa aspettiamo quando abbiamo accanto a noi un parente, un figlio, un amico o una persona che soffre, ha bisogno di aiuto comprensione e vicinanza, e noi diciamo in noi NO e aspettiamo che stia meglio credendo che noi non possiamo fare niente e che deve solo sbrigarsela da sola?
Forse aspettiamo .. che qualcuno faccia al nostro posto, che qualcuno dica SI al posto nostro o che ci dica i SI che vorremmo sentirci dire, o forse aspettiamo che qualcuno si accorga che noi soffriamo e “non possiamo” fare la nostra parte, e che sostenga i nostri NO.
Forse siamo un po’ convinti a volte che possiamo fare la nostra parte solo quando e se non abbiamo preoccupazioni, problemi o dolori contemporaneamente a una cosa da fare?
Quanto male facciamo a noi stessi quando ci mettiamo, come atteggiamento di fondo, in una scelta di “attesa”: attesa che siano prima gli altri a salutarci, a venire verso di noi, attesa che gli altri siano solari e amorevoli verso di noi prima di poter noi essere solari e amorevoli con gli altri, attesa che prima qualcosa cambi nella nostra vita e solo dopo secondo noi potremo dare il meglio di noi …
a volte è come se aspettassimo una lettera che ci deve arrivare e che ci darà il permesso di agire, cambiare, costruire, e ci darò buone notizie per darci la motivazione, la speranza e la forza per scegliere, agire, amare, aiutare, lasciarci aiutare.
Ma poi ci accorgiamo che questa “ lettera” non ci arriva mai e non ci accorgiamo di come il tempo passa, e noi “buttiamo” il tempo prezioso in passività, distrazioni continue, rimuginamenti o rimpianti e sensi di colpa.
C’è Qualcuno che è sempre accanto a noi e ci ama, anche quando non Gli crediamo, e crede sempre in noi e nelle nostre risorse e possibilità; Dio.
Dio ci chiede di seguirLo, di amarLo e amare, noi stessi e gli altri, e con Lui la vita è davvero bella, fresca, intensa.
Lui perdona il nostro attendere che magicamente qualcosa o qualcuno risolva per noi i problemi, si muova verso di noi.
Lui ci invita a fare la nostra parte e ci ama immensamente anche quando evitiamo di fare la nostra parte, e ci aiuta a correggerci, a ricominciare a scegliere per il bene per noi e gli altri.
Cosa aspettiamo quando incolpiamo gli altri ritenendoli responsabili delle nostre infelicità e problemi? Cosa aspettiamo quando incolpiamo gli altri di non fare la loro parte, invece di provare a capire perché non la fanno, cosa aspettano anche loro, e che problemi e risorse interiori hanno?
E poi, qual è la nostra parte e la parte degli altri?
Spesso la propria parte si confonde con la parte che devono fare gli altri, e viceversa. A volte è difficile capire bene quali sono le nostre responsabilità nelle scelte e quali sono quelle degli altri, forse perché siamo sempre un po’ tentati forse di “misurare” la bontà e disponibilità degli altri (soprattutto nei nostri confronti), di “misurare” quanto fanno gli altri per noi e per altre persone …
ma se iniziamo a usare il nostro personale criterio di misurazione di cosa devono fare solo gli altri e di cosa dobbiamo fare solo noi, iniziamo così ad aspettare che siano gli altri ad avere il “potere” di renderci sereni o incattiviti e arrabbiati, di fare il bene o evitare e non amare, insomma rischiamo di dare una specie di “responsabilità” emotiva dei nostri stati d’animo, felicità o infelicità agli altri, arrivando a incolparli se siamo tristi:
ma gli altri hanno davvero la colpa potere di farci arrabbiare, rattristare, chiudere verso loro, reagire male?
Nessuno, penso, ha questo reale potere, crediamo noi a volte che gli altri lo abbiano, Ma Dio ci ha donato una capacità di libertà interiore, per cui sempre, in ogni situazione, possiamo decidere e ridecidere cosa fare, se aspettare o decidere, se fare la nostra parte o aspettare che gli altri facciano tutta la loro parte, se incolpare gli altri dei nostri problemi o affrontare i nostri problemi con amore e accorgerci così che abbiamo sempre la possibilità di agire e scegliere, di correggere, aiutare, far notare uno sbaglio, chiedere aiuto, chiedere agli altri di fare la loro parte e non lasciare tutto sulle nostre spalle, ma di chiederlo con empatia, con amore, l’unico linguaggio che arriva all’altro e che l’altro è veramente disposto a capire, perché si sente prima capito o comunque ascoltato.
È più bello e più efficace dire SI a fare la nostra parte e amare, e NO al pretendere che la vita o gli altri ci diano ciò che vorremmo. Diciamo SI a Dio, il SI più grande e più bello che possiamo dire, e seguendo Lui, credendo al Suo Amore e amando come Lui ci chiede di amare, saremo più liberi e gioiosi, più in pace con noi stessi, e con gli altri.