Il  dono  dell’amicizia

 

Tutti noi abbiamo in dono, tra i vari talenti, anche il talento dell’amicizia, del poter essere amici e  costruire amicizia. Che ne facciamo di questo talento? Come lo viviamo?  Probabilmente abbiamo già sperimentato la bellezza di costruire amicizie,  eppure, se lo vogliamo, possiamo sviluppare, allargare, e far fruttificare questo nostro talento molto più di ciò che possiamo immaginare e sperare. Proviamo a vedere qualche opportunità in più, qualche strada per far fruttificare questo nostro talento, unico e prezioso, perché ognuno di noi è un dono unico per gli altri, provando a vedere come siamo messi nei nostri rapporti di amicizia e in che modo  siamo amici per gli altri: proviamo a soffermarci su alcune caratteristiche indispensabili per fare amicizia,  per poter essere veri amici,  e per renderla bella e solida:

Volere il bene dell’altro: sembra scontato, ma quando l’altro si apre anche ad altri amici, quando non ci chiama per primo, quando in qualcosa  non ci capisce o non ci dà tutto quell’aiuto o comprensione che vorremmo, o non vuole per forza fare tutto insieme a noi, allora potremmo essere tentati di puntare solo all’amore marmellata: che cosa è l’amore  marmellata? Ne parla Michel Quoist, in un bellissimo libro intitolato “Donare-il diario di Annamaria”, (Edizioni Borla),  dove spiega che l’amore marmellata è in realtà un non amare ma voler solo prendere per sé l’altro e il suo amore; e fa l’esempio della marmellata: infatti noi quando affermiamo che amiamo la marmellata in realtà non la amiamo, perché la mangiamo e la distruggiamo, per nutrirci. Mettiamo in campo l’amore marmellata quando  ad esempio vogliamo l’amico tutto per noi, vogliamo che abbia i nostri desideri, tempi, ritmi, obiettivi, vogliamo vederlo e sentirlo  soprattutto per ricevere affetto, aiuto,  e attenzione, tutti desideri normali e che convivono in ognuno di  noi, comprensibili, ma voler veramente bene è volere il bene dell’altro, anche quando questo bene significa accettare che l’amico può darci o vuole darci poco tempo in qualche momento, accettare che non possiamo e non dobbiamo   essere la sua priorità, accettare che potrebbe voler avere spazi suoi, come succede anche a noi, e che non per forza desideri fare e vivere tutto ciò che noi vorremmo fare e vivere con lui.  E accettare che questa sua diversità non toglie affetto e importanza nel suo cuore verso di noi. Quando puntiamo a vivere le amicizie solo con  un amore marmellata, vogliamo principalmente essere amati noi, essere capiti noi, essere cercati noi senza cercare anche noi   e facilmente reagiamo male se l’amico non fa e non dice ciò che vogliamo; rischiamo di interpretare anche sue stanchezze o periodi difficili come un rifiuto verso di noi. Quanto è più bello invece puntare a essere amici, dove anche il nostro desiderio di essere importanti per l’amico ha un suo spazio, ma non è l’unica o la principale cosa che conta e che ci influenza in ogni nostro atteggiamento verso l’amico. Alleniamoci a volere il vero bene dell’altro:

come? alcuni esempi:  parlare con l’amico. Di cosa? parlare anche di come ci stiamo sentendo, di un nostro dispiacere per qualcosa che ha detto o fatto, di come vorremmo migliorare il nostro rapporto di amicizia. Parliamogli, senza dare per scontato che possa leggerci nel pensiero e che sappia già le nostre intenzioni e i nostri pensieri e desideri solo perché è nostro amico da tempo e che quindi “dovrebbe” conoscerci e sapere già come ci sentiamo e cosa ci ferisce o cosa desideriamo. Parliamogli delle nostre paure e di come stiamo interpretando un suo atteggiamento o scelta nei nostri confronti, chiedendo a lui, e non alle nostre paure, se è davvero così . Parliamogliene rinunciando alla voglia di attaccare, puntualizzare, rimproverare, ma con quella empatia che vorremmo anche verso di noi da parte sua quando ci parla e non capisce qualcosa di un nostro atteggiamento.  Scegliamo di non far finta di niente, che poi le incomprensioni diventano muri, scegliamo di rinunciare alla certezza di aver sicuramente capito le sue intenzioni  e i suoi motivi. Solo l’altro può dirci cosa vive davvero.

Ascoltare: ascoltare ; ascoltare l’altro su tutto ciò di cui ci vuole parlare: gioie, dolori, fatiche, interessi e obiettivi, sue paturnie o difficoltà verso di noi, accettando come cosa normale che anche tra gli amici più amici, essendo tutti creature imperfette e limitate, possiamo e dobbiamo sempre ricominciare ad ascoltare e spiegarci, aiutando l’altro a capirci e chiedendo il suo aiuto per capirlo davvero.

Andare verso l’altro: smettiamo di aspettare che parta sempre o soprattutto dall’altro la proposta di vederci, sentirci, fare qualcosa insieme, creare occasioni, e scegliamo l’umiltà di non poter essere certi se lo disturbiamo, se vuole o non vuole, accettando che l’altro potrebbe non voler vederci o sentirci in quel momento e che questo non significa che non ci tiene a noi o che sempre non vuole interagire con noi. Come del resto succede anche a noi, come tutti gli esseri umani! Proponiamo  anche  iniziative, occasioni di ciò che sappiamo può piacere al nostro amico e non solo ciò che piace a noi. Impariamo a conoscere l’altro fin nei dettagli: sui suoi gusti anche su cose piccole, sul suo modo di reagire e vivere la sofferenza e l’incomprensione, i successi e le gioie,  i suoi sogni, le  sue abitudini, e chi più ne ha più ne metta. Sempre con la delicatezza e il rispetto verso l’altro, accettando e accogliendo ciò che l’altro si sente di dirci e di farci conoscere di lui senza pretendere tutto e tanto per forza. Aiutarlo, collaborare in quella cosa per lui importante, metterci accanto a lui, non solo concretamente ma anche con empatia anche quando si è lontani fisicamente per impegni e situazioni diverse.

Amare insieme gli altri: gli amici possono davvero fare tanto insieme con e per gli altri.  Ognuno con le sue caratteristiche che messe insieme a quelle dell’altro, possono diventare strumento di bene ancora più forte che innesca circoli virtuosi, anche per gli altri. Aprirsi a quell’Amore che rende solide e bellissime anche le amicizie, l’Amore di Dio. Quando fondiamo la nostra amicizia con qualcuno su questo modo di amare, un amore che mette in pratica il Vangelo, allora ad esempio perdonare sempre  l’altro diventa un atteggiamento di fondo, e accettiamo più facilmente di considerare anche i difetti e gli sbagli dell’amico a volte anche nei nostri confronti come parte del  suo e nostro essere creature imperfette, ma sempre  amabili lo stesso.  E allora cercare il  bene  dell’amico, e ricominciare ogni volta a volergli bene con ancora più amore agape,  può  diventare stile di vita, andare verso l’altro e farsi conoscere con umiltà smettendo di pretendere che l’altro ci capisca e ci legga nel pensiero, diventa importante anche per noi stessi.

Pregare: pregare  l’uno per l’altro, e per tutto il suo mondo. E pregare insieme per gli altri, che grande forza è, e quanto bene costruisce! Anche pregare insieme  l’uno per l’altro, costantemente,  è coltivare una amicizia solida e che dona tanto bene nel rapporto di amicizia e anche agli altri.  E tutto questo e altro ancora noi possiamo farlo incarnandolo nel nostro carattere, con le nostre caratteristiche, nel nostro modo unico e prezioso di essere.  E allora, alleniamoci a donare, a donare anche la nostra disponibilità a essere voluti bene e aiutati dall’amico, e quando risentiamo la “fame” interiore di voler solo ricevere, ricominciamo ad amare, a donare ai nostri amici quell’amorevolezza, quella gioia di averli nella nostra vita, quell’attenzione che vorremmo per noi e che possiamo donare noi all’amico, per amarlo davvero, di un amore agape. Ricominciamo a puntare l’attenzione e lo sguardo da noi, all’altro, al suo bene e alla sua felicità, e questo farà tanto bene anche a noi, come un misterioso ma reale boomerang d’amore.

Dedico questo mio articolo alla  mia migliore amica, Maura, dono speciale nella mia vita. La nostra amicizia nacque proprio leggendo insieme, a 14 anni, il libro di Michel Quoist che cito in questo articolo, e che è stato la base per costruire  insieme con lei una vera, profonda, e meravigliosa amicizia, una amicizia agape dove abbiamo anche amato insieme gli altri, anche in alcuni  modi che descrivo qui, e che durerà per l’eternità. 

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