Se io sbaglio…e se l’altro sbaglia

Se io sbaglio, è solo uno sbaglio, io ho ben chiaro che non sono di fondo lo sbaglio, ma che sono sempre una persona che può essere ancora apprezzata e amata.

Se io sbaglio, sicuramente lo faccio o l’ho fatto perché avevo paura, non sapevo bene che avrei ferito l’altro, e mi dico e dico all’altro  che in fondo avevo e ho buone intenzioni, anche se ho sbagliato.

Se io sbaglio, e l’altro si sente molto dispiaciuto o arrabbiato, e si chiude o reagisce con forte dolore e delusione, non sono io che ho fatto un grande sbaglio, ma mi convinco che è l’altro che è troppo permaloso, esagerato, che è ipersensibile e che si offende per ogni cosa, e non capisce e non vuole andare oltre le apparenze del mio atteggiamento che gli ha fatto così tanto dispiacere. E che anzi è cattivo perché mi giudica troppo male.

Se io sbaglio,  credo in fondo in fondo che  il mio sbaglio non può mai portare grosse conseguenze, non esageriamo, in fondo tutti sbagliano, e l’altro non ne avrà un gran danno, perché io non sono cattiva, e ho sbagliato in buona fede.

Se io sbaglio, mi arrabbio se l’altro non vuole più parlare con me, fa fatica a perdonarmi, e lo giudico cattivo, e pretendo che si rassereni subito perché se fosse sensibile e attento saprebbe leggermi nel pensiero e saprebbe già  che comunque gli voglio bene, più del mio sbaglio che  gli  fa credere a volte il contrario.

…Se invece è l’altro che sbaglia verso di me, allora mi convinco che quella persona “è” il suo sbaglio, e inizio a considerarla tremenda, sbagliata, cattiva, identificandola totalmente con il suo sbaglio, come se lei fosse solo quello, dietro alle sue  “false” apparenze di amorevolezza nei miei confronti.

Se è l’altro che sbaglia verso di me, allora sicuramente lo ha fatto e lo fa apposta, è sempre pienamente consapevole del male che mi voleva fare e di come ora soffro, e sicuramente ha cattive intenzioni che finalmente vedo o trovano conferma alle mie paure e al mio intuito su quella persona. Perché penso sempre di essere infallibile come intuito e come capacità e onestà nel capire e sapere come davvero è l’altro e cosa intende (dimenticandomi che  se è l’altro a sentirsi infallibile nel conoscermi e nel sapere davvero cosa ho nel cuore, mi dispiace e lo considero superbo)

Se è l’altro che sbaglia verso di me, allora  mi sento ferita, offesa, esclusa, punita duramente, e non mi credo per niente  esagerata nel mio modo di reagire al dispiacere, ma do’ pieno diritto ai miei sentimenti, reazioni, e scelte-ripicche  di essere così forti e grandi, perché trovo improvvisamente giusto reagire molto male verso l’altro e il suo sbaglio.

Se invece è l’altro che sbaglia verso me, allora giudico il suo sbaglio motivo e giustificazione per scegliere conseguenze molto dure verso l’altro, compreso mettere una distanza emotiva con lui/lei, e inizio a incolpare l’altro e il suo sbaglio convincendomi  che l’altro in realtà è così cattivo di fondo, che, mi convinco,  ha  davvero e proprio di fondo sentimenti e pensieri brutti verso me, che mi ha sempre nascosto (e non mi viene neanche come sospetto che l’altro abbia sbagliato così verso me per una sua difficoltà o paura o dispiacere verso se stesso o  nei miei confronti) e che la mia reazione di rabbia, vendetta o ripicca, chiusura, esclusione, dipende dalle conseguenze del suo sbaglio, e non invece da come decido di reagire al mio dispiacere, se con amore che mantengo e dono, o con vendetta ed esclusione con la scusa che l’altro così capirà…

Se è l’altro che sbaglia verso me, allora d’improvviso considero giusto, sacrosanto, giustissimo chiudermi, punire, vendicarmi e non volerlo più nella mia vita, e considero giusto avere mille sentimenti e  pensieri giudicanti verso l’altro, e considero normale e giusto prendermi tanto tempo, sia per rimuginare e chiudermi, sia per fargliela pagare, convinta che cosi e solo così l’altro capirà quanto mi ha fatto dispiacere e cambierà. E d’improvviso non do’ più per scontato di sapere che l’altro mi vuole comunque bene, e voglio mille prove da parte sua, un suo aiuto per credergli  ancora e per apprezzarlo ancora.

…e mi dimentico così quanto io sono amata e perdonata da Dio ogni momento, ogni giorno, anche quando sbaglio e tanto, quanto Dio continua a riconoscermi  e a volermi vicino, e come continua a considerarmi preziosa, e amabile di fondo, sempre, e come ama così anche l’altro, anche quando sbaglia verso di me,  e … quanto mi invita ad amare così me stessa e anche gli altri, anche quando sbagliano. Come vorrei fosse sempre fatto a me…

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