Lettera al venticello fresco e leggero che a volte mi avvolge

Caro venticello fresco e leggero,

che a volte anche d’improvviso mi porti refrigerio, o in una giornata fresca d’inverno dal cielo cristallino e azzurrissimo, o che compari d’improvviso in ogni stagione, compresa l’estate a volte, vorrei ringraziarti.

 Ogni volta che arrivi e mi avvolgi, con la tua delicatezza e apparente inconsistenza, mi doni un refrigerio bellissimo, e a volte in una giornata particolarmente afosa o calda, sei particolarmente utile.  Certe volte mentre cammino silenziosa esternamente ma immersa nei miei pensieri, quando mi avvolgi con la tua delicata freschezza, riesco addirittura per qualche minuto a fermarmi, a fermare i miei pensieri, e a sentirmi più serena e leggera.  Se ci rifletto un momento, in fondo in fondo tu, caro venticello, non arrivi con squilli e trombe, “urlando” la tua presenza, non sei vistoso ma … leggero, a volte quasi impercettibile, eppure rimango meravigliata da quanto refrigerio puoi e sai donare semplicemente con il tuo esserci, anche solo pochi minuti o secondi. Non pretendi niente, non vuoi qualcosa in cambio da me, mi avvolgi con la tua leggerezza e freschezza anche quando non ti noto, non ti do attenzione, anche quando sono presa dai miei pensieri o preoccupazioni. Eppure il tuo effetto su di me è bellissimo, perché subito mi sento meglio, pur non avendo tu una manifestazione grandiosa, imponente.  Sai, caro venticello, oggi dopo che mi hai avvolta nuovamente con questo “abbraccio” leggero,  forte e delicato allo stesso tempo, ho riflettuto un po’ su di te.

Ho pensato che forse funziona un pochino così anche per noi esseri umani. Certe volte, caro venticello, mi sembra che  tutti forse un po’ ci convinciamo che per essere visti, apprezzati, amati, e per essere considerati indispensabili dagli altri dobbiamo ogni momento o quasi fare gesti speciali, pieni di bontà  perfetta e pieni di colori, effetti speciali, grandi discorsi o grandi ragionamenti  e teorie. E non ci accorgiamo a volte che questo nostro atteggiamento perfezionistico o da fuochi di artificio, dove tutto è espresso in modo forte  e intenso, non sempre è un atteggiamento utile o che esprime amore all’altro e agli altri,  a volte rischiamo di esprimere invadenza, poca delicatezza, e rischiamo di mettere in luce solo noi stessi zittendo con il  nostro modo di fare, parlare, e agire gli altri che a volte sono meno esuberanti di noi. Certe volte la parte di noi che è un po’ “uragano” o fuoco di artificio, prende il sopravvento per forse bisogno di essere amata e vista, per un momento di poca autostima e insicurezza, per tanti possibili motivi. Ma il “venticello” che è in noi, caro venticello, esiste. Forse a volte lo nascondo e lo nascondiamo tutti, per timore che non sia qualcosa di “abbastanza” intenso, visibile, piacevole, chiaro, ma esiste, sonnacchioso a volte ma esiste. Sai, penso che anche in me ci sia una parte della delicatezza intesa che sai usare tu, quando ti avvicini in modo armonioso e delicato; forse a volte l’errore che faccio io e che secondo me un po’ tutti facciamo è che abbiamo timore a semplicemente “stare”. Stare nel senso di essere insieme agli altri e non per forza parlare di cose sconvolgenti o parlare tutto il tempo noi, stare con serena accoglienza dell’altro anche senza imporci o imporre all’altro di parlare e confidarsi.

Forse caro venticello devo e dobbiamo riscoprire la bellezza della delicatezza che non è passività o un nulla melenso, ma è secondo me un consistente valore importante, quella delicatezza e tenerezza che nasce dal mio e nostro cuore e che tutti abbiamo ma che a volte usiamo poco per paturnie varie, e che sa guardare prima di tutto con tenerezza gli altri, e poi accarezzare il loro cuore rispettandoli, rinunciando a pretendere che parlino solo con noi e solo di ciò che vorremmo noi, rinunciando a “urlare” il nostro bisogno di essere amati, visti, voluti, ma cominciare a fare un po’ come te, caro venticello: imparare a “stare”, a “essere con” l’altro, gli altri, non per forza facendo cose enormi o vistose. Esercitare quella libertà di fondo che ci ha donato Qualcuno, che non dipende da come stiamo, da cosa facciamo, ma…dall’essere.

L’essere sembra poco, sembra invisibile, sembra meno efficace, ma a volte a me è capitato di  sperimentare di essere vicino a persone, che apparentemente non facevano per me niente di eccezionale e di eclatante, oppure che per una loro malattia o sofferenza non potevano più fare alcuni tipi di cose, azioni, espressioni, ma che avevano coltivato il loro “essere” , lo “stare” nell’amore di fondo, nonostante sbagli difetti e limiti, e che mi hanno trasmesso infinitamente amore anche in modi meno vistosi, proprio come un venticello leggero ma efficace, presente, vero, intenso in modo delicato, avvolgente senza stringere troppo, senza imporsi ma solo quasi “cullando” il cuore e l’atmosfera. Alcune persone che ho conosciuto sono riuscite a fare e fanno nella mia vita, proprio questo: donare amore e vera presenza anche stando ferme e silenziose, ma vive dentro, attive nel cuore. E quando coltivo amore, l’amore passa anche attraverso la delicatezza o la discrezione. Proprio come sai fare tu, caro, fresco, leggero e indispensabile venticello…

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