Se io…se invece l’altro..empatia allo specchio

Osservando e riflettendo spesso su me stessa e anche sugli atteggiamenti degli altri, mi soffermo ogni tanto a cercare di capire cosa voglia dire immedesimarsi nell’altro e nei suoi atteggiamenti. Sono convinta che nessuno di noi, a parte Dio, può essere certo di conoscere una persona e di conoscerla fino in fondo, in ogni sua piega del cuore e dell’anima, ognuno di noi per primo non riesce mai a conoscere se stesso fino in fondo né le sue intere motivazioni sul perché fa o non fa qualcosa, sceglie o non sceglie qualcosa. Abbiamo spesso più motivi contemporaneamente in noi per i quali scegliamo cosa fare, e perché farlo, quindi non è possibile trovarli e vederli tutti sempre.

Un esercizio che ogni tanto mi piace fare con me stessa e verso gli altri, è una specie di empatia allo specchio. Non riesco poi spesso a tener conto della comprensione e tenerezza che vivo verso me stessa e verso gli altri, anche verso chi mi fa del male, soprattutto “mentre” vivo gli eventi e gli atteggiamenti miei e degli altri verso me e verso altre persone.

Ma sono contenta e fiduciosa intanto del fatto che almeno mi pongo alcune domande e cerco di non dare sempre per scontato che io “so” con certezza quali siano le vere motivazioni e intenzioni degli altri, e questo mi aiuta.

Da sola non riesco molto a mantenere questa bussola di empatia, o almeno di sguardo di empatia, ma vedo che riesco ad avere voglia di provarci e amare quando in particolare tengo conto di quel Qualcuno che sa amare sempre, e che mi ama sempre, e che mi ricorda che ama sempre ognuno in modo speciale, anche quelle persone o quella persona che io non riesco (tradotto: ancora mi rifiuto di) ad amare o intanto ad accettare cosi come è e non come vorrei che fosse.

Ecco quindi alcune delle ipotesi di immedesimazione per provare sia  a comprendere e amare, e a farlo anche con chi non sopportiamo o vediamo solo come “cattivo” nei nostri confronti, sia per smettere di mettermi  e metterci su un piedistallo fatto di orgoglio, del sentirmi solo io la buona persona che “può” giudicare perché col suo fantastico intuito ha capito tutto dell’altro… comprese le sue intenzioni future!

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